Alberto Scagni torturato e pestto in cella da due detenuti marocchini: è in coma

Nel maggio del 2022 l'uomo ammazzò la sorella Alice con 24 coltellate. Sta scontando una condanna di 24 anni e mezzo. Dopo l'aggressione della scorsa notte, è in coma farmacologico

Alberto Scagni torturato e pestto in cella da due detenuti marocchini: è in coma
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Lo hanno raggiunto nella sua cella nel carcere di Sanremo (Imperia) e lo hanno letteralmente massacrato di botte: Alberto Scagni, il killer della sorella Alice, uccisa con 24 coltellate, è stato trasferito di corsa in ospedale ligure, dove si trova in condizioni critiche. Il 43enne è infatti in coma farmacologico.

Cosa è successo

Stando alle informazioni rilasciate sulla vicenda, Scagni sarebbe stato assalito questa notte da due detenuti magrebini, suoi compagni di detenzione. L'aggressione è stata particolarmente violenta, tanto che l'uomo, tratto in salvo dalle guardie, è stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure e le sue condizioni sono molto gravi. A seguito del pestaggio, ha riportato ferite da arma da taglio e contusioni in tutto il corpo. Stando a quanto dichiarato dal Sappe, che ha riferito la notizia, i nordafricani erano "erano alterati dall'abuso di farmaci e alcolici preparati artigianalmente in cella macerando la frutta".

Chiuso in bagno e minacciato un quarto uomo, un italiano, che non è quindi potuto intervenire per fermare la barbarie.

Scagni era detenuto nell'area protetti della casa circondariale di Valla Armea, essendo stato già aggredito in passato. Per poterlo soccorrere, il magistrato di turno ha disposto che la polizia penitenziaria facesse irruzione con la forza, solo in questo modo l'uomo è stato salvato. Quanto ai due nordafricani, entrambi sono stati arrestati per tentato omicidio e sequestro di persona. Secondo quanto ricostruito dai quotidiani locali, i magrebini hanno tenuto letteralmente in ostaggio il loro compagno di cella, torturandolo e prendendolo a colpi di sgabello fino a ridurlo in fin di vita.

Secondo quanto riferito da Adnkronos, Scagni è ricoverato all'ospedale Borea, piantonato da 2 agenti. A causa della gravità delle ferite, è stato sottoposto a intervento chirurgico e ora si trova in coma farmacologico nel reparto di Rianimazione.

La denuncia del Sappe

Una situazione davvero molto difficile da gestire per la polizia penitenziaria, che oggi, ancora una volta, protesta per lo stato in cui si trovano le carceri italiane e per condizioni in cui gli agenti si vedono costretti ad operare. Riferendosi all'episodio, il sindacato Sappe ha parlato di una notte davvero impossibile. Secondo quanto dichiarato da Riviera24, il segretario regionale Vincenzo Tristaino, molto preoccupato, ha denunciato una mancanza di intervento da parte della direzione del carcere di Sanremo. Dimostrando grande professionalità e audacia, gli agenti di turno sono riusciti a salvare Scagni dalla furia dei suoi aguzzini, correndo però un serio pericolo.

Nel tentativo di salvare il detenuto, uno dei poliziotti è rimasto infatti ferito, riportando la frattura di due costole. Da qui i malumori del sindacato, che tutela gli agenti e punta il dito sulle mancanze dimostrate dalla direzione del carcere, annunciando conseguenze. L'episodio, infatti, verrà segnalato al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che ha sede a Roma. "La situazione interna al carcere, con oltre 290 detenuti presenti, è diventata invivibile", ha dichiarato Tristaino, come riportato da GenovaToday. "Un gruppo di agenti, coordinati dal vicecomandante presente sul posto, ha fatto irruzione con caschi protettivi e scudi, facendo strada ad altri poliziotti per salvare l'ostaggio e portarlo in ospedale. Sono intervenuti anche, dal carcere di Imperia, il comandante, il direttore del penitenziario e il magistrato di turno, ai quali i detenuti hanno lanciato la gamba di legno di un tavolo", ha spiegato. "La denuncia del Sappe è ferma nel condannare tali atteggiamenti da parte dei reclusi ma allo stesso tempo condanniamo l'inerzia della direzione della casa circondariale di Sanremo, che sta facendo orecchie da mercante su tutto quando sta accadendo al suo interno", ha aggiunto, spiegando che gli agenti sono reduci da "giorni e giorni di malessere psicofisico e mentale".

Fabio Pagani, segretario regionale della Uilpa, ha parlato di "brutale omicidio sventato". Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, ha invece auspicato che le autorità ministeriali intervengano al più presto con una ispezione interna.

Chi è Alberto Scagni

Scagni, condannato a 24 anni e 6 mesi di reclusione, uccise la sorella Alice il primo maggio 2022. Dopo essersi appostato sotto casa della donna, nel quartiere di Quinto, la assalì, trafiggendola con 24 coltellate. Secondo quanto riferito dagli inquirenti incaricati del caso, il 43enne aveva problemi economici e da mesi aveva furiose discussioni con la famiglia per questioni di denaro.

Aveva chiesto ripetutamente soldi ai genitori, poi, era passato alla sorella Alice. Quest'ultima, però, gli aveva detto di non essere più in grado di sostenerlo economicamente e lui, disoccupanto, aveva cominciato a covare rancore nei suoi confronti, come è stato palese anche da alcuni suoi post pubblicati sui social.

Il giorno dell'omicidio, l'uomo aveva più volte contattato i genitori per chiedere sostegno economico e in una di quelle telefonate aveva anche minacciato di uccidere Alice. Conoscendo il temperamento del figlio, il padre e la madre di Alberto e Alice avevano chiamato le forze dell'ordine, che tuttavia non avevano inviato una pattuglia a casa della donna. La sera di quel giorno, purtroppo, l'omicidio. Il 43enne attese che la sorella, sposata e con un figlio di un anno, scendesse per portare a spasso il cane per aggredirla.

Le parole dell'avvocato

"Quello che è successo nella notte ad Alberto Scagni è gravissimo. Colpito più volte al volto con degli sgabelli, ha fratture al volto che lo hanno costretto a un intervento di chirurgia maxillofacciale. Non solo.

Ha subito un tentativo di strangolamento ed è sotto osservazione per le condizioni del collo", ha dichiarato ad AdnKronos l'avvocato Fabio Anselmo, legale che assiste la famiglia del detenuto. "Tra l'altro è la seconda aggressione da lui subita in pochi giorni, la prima nel carcere di Marassi da dove era stato trasferito poi a Valle Armea, a Sanremo", ha precisato.

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