"Ancora intoccabile...". Pietro Orlandi rincara la dose su Wojtyla

Il fratello di Emanuela si scaglia contro i media, asserviti al "potere" del Vaticano

"Ancora intoccabile...". Pietro Orlandi rincara la dose su Wojtyla

Pietro Orlandi si dice deluso dall'atteggiamento dei media e dalla piega che sta prendendo l'inchiesta interna al Vaticano finalizzata a fare finalmente luce sulla scomparsa della sorella Emanuela, avvenuta il 22 giugno del 1983.

"Dopo le parole apparentemente confortanti del pm del Vaticano Diddi ‘scaveremo a fondo in ogni direzione anche le più gravi senza sconti a nessuno’, mi ero illuso e dissi 'nel 2023 non possono esistere persone intoccabili'... invece esistono", ammette Pietro Orlandi nel corso di un'intervista rilasciata a Repubblica. La reazione alle rivelazioni delle ultime notizie che potrebbero fornire dettagli sul destino di Emanuela ha lasciato l'amaro in bocca all'uomo, che ha attaccato anche i media nazionali.

"E mi illusi anche quando dissi 'non c'è più quella sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano, né giornalisti asserviti al loro potere'. Purtroppo mi sbagliavo di grosso, basta dare un'occhiata ai quotidiani", aggiunge Pietro Orlandi. "Fortunatamente c'è ancora chi ragiona con la propria testa e non ha accettato di chinarsi a nessuno e decide di scrivere quello che la coscienza, e non gli altri, gli impone di scrivere", conclude il 66enne.

Frattanto, nel pomeriggio di oggi, martedì 18 aprile, è stata avviata la discussione in merito all'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta che possa contribuire a far luce sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, già approvata dalla Camera in Commissione affari costituzionali.

La difesa di Bergoglio

Due giorni fa, durante l'Angelus, papa Francesco si era schierato in difesa di Karol Wojtyla, rigettando la teoria secondo la quale l'ex pontefice potrebbe aver avuto un ruolo nella scomparsa di Emanuela Orlandi. "Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate", aveva detto Bergoglio.

Parole che avevano spinto Pietro Orlandi a intervenire per dichiarare di non aver mai accusato l'ex papa polacco e per commentare il messaggio dell'Angelus.

"Credo sia giusto che abbia difeso un papa dalle accuse di un criminale come Neroni", aveva spiegato Orlandi riferendosi a Bergoglio, "ma poteva anche difendere il ricordo di mia sorella Emanuela, visto che lui ha chiesto l'apertura di un'inchiesta. Sembra che da quella finestra il nome di Emanuela sia ancora un tabù", aveva concluso.

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