I punti chiave
"Lo so che è passato un mese. Vivo male, come al solito, purtroppo". A parlare è Sergio Ruocco, il fidanzato di Sharon Verzeni, la giovane barista uccisa in strada a Terno d'Isola nella notte tra il 29 e il 30 luglio. A un mese esatto dall'omicidio, il 37enne non fa mistero del suo stato d'animo e ai cronisti che lo hanno raggiunto all'esterno dell'abitazione dei Verzeni, a Buttanuco, dove si è temporaneamente trasferito, racconta: "Tornare al lavoro in questa situazione non è il massimo. Sento ovviamente l'affetto dei colleghi, mi stanno vicino". Sia ieri che oggi i carabinieri hanno battuto palmo a palmo le strade sterrate adiacenti alla zona del crimine nel tentativo di rintracciare l'arma del delitto, con buona probabilità un coltello da cucina. "Mi sembra tardi", dice Ruocco riferendosi alla ricerche. Quanto all'ipotesi del pusher osserva: "È passato un mese, è giusto controllare quello che si può controllare, battere tutte le piste". Domani tornerà al cimitero assieme ai genitori della 33enne "per portare un fiore a Sharon, come facciamo tutti i giorni".
Il testimone e la pista del pusher
In queste ore i carabinieri sono sulle tracce di un ipotetico pusher, o comunque un balordo, che sembra sia svanito nel nulla da circa quattro settimane. Un caso? "Se i carabinieri avessero delle fotografie potrei indicare la persona a cui mi riferisco e che non si vede in giro da settimane", dice il titolare della pizzeria Monys’ in via Roma, a Terno d'Isola, che la sera del delitto avrebbe visto lo sconosciuto aggirarsi nei pressi VII Martiri, non lontano da via Castegnate. L'identikit dell'uomo è più o meno preciso: "Un giovane di 36 o 37 anni del Marocco. Sembra tranquillo, ma quando beve...". Il pizzaiolo ha riferito tutto ciò che ha visto ai carabinieri. Tuttavia, il giorno dopo essersi presentato in caserma, avrebbe ricevuto delle minacce da alcune persone. "Sono venuti a minacciarmi. - racconta - Mi hanno detto: 'Non devi parlare, non devi dire niente e o ti ammazziamo e spacchiamo tutto qui'". Infine precisa: "Se si fosse trattato di una rapina, non me ne sarei interessato, per un omicidio sì".
I due giorni di ricerche
Nel frattempo sono terminate le ricerche disposte dalla procura di Bergamo sul luogo dell'omicidio e nelle vie circostanti a Terno d'Isola, battute con i metal detector dai volontari del Mu.Re., il museo recuperanti 1915-1918 Alto Garda Bresciano. A quanto si apprende, dai due giorni di attività non sarebbe emerso nulla di particolarmente rilevante ai fini dell'indagine. I volontari del Mu.Re.
hanno perlustrato ieri 120 tombini e battuto tutta la zona intorno alla villetta di via Merelli, dove la giovane 33enne viveva col fidanzato. Al momento, gli accertamenti non hanno prodotto alcun esito. Resta il mistero: chi ha ucciso Sharon Verzeni?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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