Quanto accaduto qualche giorno fa a Crotone è molto più che rocambolesco, è degno di una storia di Cormac McCarthy e a me non sorprende affatto. Del resto sono anni che guardo alla Calabria come potrei guardare al Texas; sono anni, anzi sono decenni che viaggiando nella regione in cui sono nata mi fermo e dico: «Forse sono a El Paso, forse questo è il mondo feroce di Anton Chigurh e presto o tardi me lo ritroverò davanti a regolare i conti».
Ma i conti di stavolta li hanno regolati un poliziotto e un pizzaiolo TikToker, protagonisti di una staffetta surreale terminata con la morte immediata del secondo e il pestaggio animalesco del primo, miracolosamente scampato a una scarica di percosse che lo hanno lasciato sull'asfalto con la pistola d'ordinanza e a gran parte della dentatura, letteralmente schizzata fuori dalla bocca dell'uomo nel corso dell'aggressione: in pratica un romanzo, una scheggia di vita schizofrenica sullo sfondo di un Far west che è soprattutto interiore, è un selvaggio prima dell'anima e poi dei luoghi, è una prateria di violenze abnormi ma ciò che più conta reiterate, sedimentate dentro coscienze per cui la brutalità è il quotidiano: quel che si chiama ambiente, evoluto man mano in scenario naturale, o più poeticamente orizzonte,
sfondo, consuetudine.È la frontiera, avrebbe detto McCarthy, è il creato divenuto tenebra. E non possiamo neanche prendercela con la ndrangheta, essendo la vicenda extramafiosa ma non per questo meno grave, non meno angosciosa.
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