Un chiarimento e un augurio. Il Vaticano, attraverso una nota del direttore della sala stampa Matteo Bruni, ha reso noto di aver consegnato l’intera documentazione relativa alla scomparsa di Emanuela Orlandi il 19 aprile 2023 alla procura di Roma: “Tutta la documentazione sul caso Orlandi è stata consegnata all’Italia il 19 aprile scorso”, vi si legge.
Da giorni l’attenzione è puntata sulla presunta pista famigliare, ventilata durante una diretta del TgLa7, in cui si è parlato delle molestie subite da Natalina Orlandi, sorella di Emanuela, a opera dello zio Mario Meneguzzi. Il telegiornale diretto da Enrico Mentana ha fornito una serie di coincidenze, molte delle quali sono state smentite in conferenza stampa dalla stessa Natalina e dal fratello Pietro Orlandi. Quest’ultimo avrebbe puntato l’accento su una presunta violazione del segreto confessionale.
“In merito alle notizie che coinvolgono un parente di Emanuela - si legge ancora nella nota della sala stampa - si rileva che la corrispondenza in questione indica espressamente che non vi è stata alcuna violazione del sigillo sacramentale della Confessione”. Natalina Orlandi, come ha spiegato in conferenza stampa, avrebbe subito nel 1979 delle molestie verbali dallo zio: lo avrebbe respinto e successivamente sarebbe andata avanti per affetto nei confronti della zia, la sorella del padre Ercole Orlandi. Non senza esprimere il proprio turbamento con il fidanzato e con il confessore, un sacerdote poi inviato in missione in Colombia. Quando nel 1983 scomparve Emanuela Orlandi, il segretario di Stato Vaticano Agostino Casaroli avrebbe scritto al confessore, chiedendo e ottenendo conferma di questo evento. C’è però un interrogativo: chi ne parlò a Casaroli prima che lo facesse il confessore?
A questo si aggiunge un altro interrogativo non da poco, emerso nella puntata di ieri di “Chi l’ha visto?”. Mario Meneguzzi era in effetti molto presente nella vita di Ercole Orlandi, tanto da comparire più volte in tv per parlare della nipote scomparsa. Il TgLa7 ha raffrontato la foto di Meneguzzi con l’identikit fornito da un vigile urbano che il giorno della sparizione vide la 15enne con un uomo in Bmw che recava in mano una valigetta. Se davvero fosse Meneguzzi l’uomo dell’identikit, com’è possibile che il vigile urbano non l’abbia riconosciuto, dato che a quel tempo il suo volto era di dominio pubblico?
In conferenza stampa Pietro Orlandi e la legale della famiglia Laura Sgrò sono stati molto duri, tanto che l’uomo ha parlato di “carognata”.
Così la sala stampa vaticana ha deciso di rispondere pubblicamente, specificando inoltre di condividere con gli Orlandi “il desiderio della famiglia di arrivare alla verità sui fatti e, a tale fine, auspica che tutte le ipotesi di indagine siano esplorate”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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