"La Procura incolpa me, come se tutta questa tragedia fosse voluta, cercata. A nessuno importa che i miei bimbi fossero seguiti e tenuti come fiorellini, perfetti. A nessuno importa come io cercassi disperatamente di essere la mamma che non ho mai avuto". È uno degli ultimi post che Monia Bortolotti, la mamma di Pedrengo (Bergamo) accusata di aver ucciso i figlioletti Alice e Mattia, di 2 e 4 mesi, in due momenti diversi, ha pubblicato sul suo profilo Facebook prima dell'arresto. La 27enne respinge l'accusa di duplice infanticidio, formulata dalla procura, sostenendo l'ipotesi dell'evento accidentale.
Chi è Monia Bortolotti
Nata in India, Monica Bortolotti è stata l'ultima orfanella di Madre Teresa di Calcutta a essere adottata in Italia. La giovane è cresciuta e ha vissuto a Gazzaniga assieme ai suoi genitori adottivi, Laura Brena e Pietro Bortolotti. In Val Seriana ci è rimasta fino a quando ha scoperto di essere incinta del compagno Cristian Zorzi, 52 anni. Quindi ha lasciato il lavoro di insegnante di ballo per trasferirsi a Pedrengo, in una graziosa viletta con un giardino pullulante di cespugli e ortensie. Dalla relazione sono nati i figli Alice e Mattia, morti in circostanze sospette a poco più di un anno di distanza l'uno dall'altra.
Le accuse al compagno: "Mi ha sempre tradita"
I rapporti tra Monia Bortolotti e il papà dei due bimbi si sono interotti quando è arrivata l'esito dell'autopsia relativa al decesso del piccolo Mattia, di soli 4 mesi, che secondo il medico legale sarebbe morto per "asfissia meccanica acuta da compressione del torace" (soffocamento, ndr). A quel punto l'uomo ha deciso di troncare definitamente i rapporti, già incrinati, con la 27enne. "La colpa è mia - si sfoga su Facebook Monia ad agosto - per essere stata accanto a una persona che, per problemi sessuali o meno, mi ha sempre tradita e mai amata davvero. Amare significa stare insieme a una persona nella buona e nella cattiva sorte. In queste tragiche situazioni di dolore estremo che una coppia dovrebbe stringersi sempre di più".
Lo sfogo sui social: "La colpa è mia"
In uno dei tanti sfoghi che la donna affida ai social, suscita particolare interesse uno in cui tenta di discolparsi dall'accusa di aver ucciso i figlioletti alludendo a una tragica fatalità. "Care mamme e cari papà - scrive la 27enne il 20 agosto scorso sulla pagina del gruppo Sids Awareness (sindrome della morte in culla) - ho perso la mia prima bimba in culla, soffocata da un rigurgito. La colpa è mia, per averla messa a dormire di lato sui suoi cuscinotti tanto morbidi. E il secondo, nato l’anno successivo, andatosene molto probabilmente schiacciato da me mentre mi sono addormentata allattandolo. Al mio risveglio era ancora vivo, ma per poco. La colpa è ancora mia perché, per evitare la stessa tragedia avvenuta alla sorellina, lo tenevo in braccio giorno e notte, camuffando le mie paure per non disturbare nessuno". Poi, però, si autoassolve puntando il dito contro la madre adottiva: "Perché adottata? Perché adottata da una mamma nociva e anaffettiva? Chi lo sa...", dice parlando di se stessa.
L'ultimo post: "I miei bimbi trattati come gioielli"
Alla luce dell'accusa di duplice infanticidio, fanno rabbrividire le parole che Monica Bortolotti affida ai social lo scorso 3 febbraio: "Io giorno e notte continuo a chiedermi come sia successo - scrive - e se sia davvero possibile sopravvivere a questo dolore, perché i bimbi non dovrebbero stare da nessuna parte, se non tra le braccia di mamma e papà".
Nell'ultimo post, pubblicato il 13 ottobre, ribadisce la sua innocenza: "Vado avanti solo per proteggere l’amore immenso che provo per i miei bimbi dalle accuse della procura, - dice la 27enne - perché i miei bimbi erano tenuti come gioielli, erano la gioia che cercavo da una vita".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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