Coniugi uccisi a Fano, il figlio crolla dopo 16 ore di interrogatorio: "Non mi davano più soldi"

Marito e moglie sono stati massacrati in casa. Il figlio, 40 anni, è stato sentito dagli investigatori per tutta la notte. Al termine dell'interrogatorio è scattato il fermo per il duplice omicidio. Il movente sarebbe di natura economica

Coniugi uccisi a Fano, il figlio crolla dopo 16 ore di interrogatorio: "Non mi davano più soldi"
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È stato fermato nella notte il figlio della coppia di anziani uccisa in casa a Fano, in provincia di Pesaro-Urbino, lunedì mattina. Secondo quanto si apprende, Luca Ricci sarebbe crollato dopo 16 ore di interrogatorio: "Li ho uccisi perché non mi davano più soldi", avrebbe ammesso. Il 50enne, separato e padre di due figli, è accusato di duplice omicidio aggravato dalla crudeltà e dal rapporto di parentela. A seguito della confessione, l'indagato è stato condotto nel carcere di Pesaro.

I sospetti sul figlio della coppia

Era stato proprio il 50enne ad allertare il 112 ieri mattina. Agli agenti della Squadra Mobile, intervenuti nell'abitazione di via Fanella, dove si è consumato il delitto, Luca Ricci aveva raccontato di essersi imbattuto nei corpi senza vita dei genitori e aver chiamato i soccorsi. Una versione che non ha convinto gli inquirenti, dal momento che l'uomo avrebbe subito preso le distanze dall'accaduto. Dopodiché Ricci è stato condotto in Questura per essere sentito in qualità di persona informata sui fatti. Al termine dell'interrogatorio davanti alla pm Maria Letizia Fucci, che coordina le indagini, è scattato il fermo.

La confessione: "Non mi davano più soldi"

Sulle prime il 50enne sarebbe stato piuttosto reticente: "Non ricordo", avrebbe continuato a ripetere. Ma con il trascorrere delle ore la sua posizione si è aggravata. Dai primi accertamenti è emerso, infatti, che l'uomo aveva maturato alcuni debiti e la casa dei genitori era stata venduta all'asta per sessantamila euro. Messo alle strette, Ricci ha poi confessato: "Sì, ho ucciso i miei genitori, avevo altri debiti ma loro non volevano darmi più soldi".

La madre strangolata e il padre ucciso a martellate

Tutto sarebbe iniziato attorno alle ore 2 della notte tra domenica e lunedì. Ricci ha raccontato di essere sceso nell'appartamento dei genitori (lui vive al piano di sopra) perché la madre, Luisa Marconi, di 70 anni, non stava bene: "Sono andato a misurarle la pressione", ha spiegato. Subito dopo sarebbe nata un'accesa discussione con la donna: "Avevo bisogno di altri soldi, ma lei mi ha detto 'basta'". Una risposta che il 50enne non avrebbe digerito, al punto da decidere di strangolarla con un cordino. Subito dopo si è diretto in camera da letto: ha afferrato un martello per poi accanirsi sul padre, Giuseppe Ricci, 75 anni. L'uomo, che nel dormiveglia ha tentato di difendersi, è stato colpito ripetutamente alla testa.

Nei minuti successivi l'indagato si è disfatto dell'arma, gettandola in un pozzetto nel giardino retrostante l'abitazione. A quel punto è rientrato in casa, si è cambiato i vestiti sporchi di sangue e ha atteso qualche ora prima di chiamare i soccorsi.

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