"Credo sia stata la Cecere". Gli indizi nell'omicidio di Nada Cella

Nuova svolta nel caso della giovane uccisa nel 1996 a Chiavari: ci sono tre rinviati a giudizio. La sorella: “Voglio vederli in faccia”

"Credo sia stata la Cecere". Gli indizi nell'omicidio di Nada Cella
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C’è grande attesa per il prossimo febbraio, ovvero quando inizierà il processo per l’omicidio di Nada Cella. Dopo diversi decenni e un giudice che ha deciso di non procedere di fronte ai risultati della nuova indagine, c’è invece un procuratore generale che, in appello, ha rinviato a giudizio tre persone per il delitto avvenuto il 6 maggio 1996 a Chiavari, un cold case rimasto insoluto.

I tre imputati sono Anna Lucia Cecere, accusata appunto di omicidio, Marco Soracco e Marisa Bacchioni, accusati invece di favoreggiamento. Cecere è una donna che compare per pochissimo nelle prime indagini. Sarebbe stata una conoscente di Soracco e il movente ventilato nei confronti di Nada Cella sarebbe la gelosia. Soracco e Bacchioni, madre e figlio, sono invece rispettivamente il datore di lavoro della vittima, oltre che colui che ne ha trovato il corpo, e la donna che ha ripulito la scena del crimine per timore che i condomini si spaventassero di fronte al sangue. Per loro l’accusa è di favoreggiamento.

Cecere, ai tempi della prima indagine, sarebbe stata intercettata a propria insaputa per 4 giorni: dalle intercettazioni emergerebbe come la donna, pur non essendo indagata, stesse cercando un avvocato. Su di lei ci sarebbero delle presunte testimonianze, in particolare di donne che avrebbero parlato del giorno dell’omicidio o di giorni precedenti, ma per varie ragioni non vennero ritenute attendibili.

E sulla scena del crimine è stato trovato un bottone, a cui manca la ghiera, molto simile a quelli di una giacca che Cecere possedeva. La donna si è inoltre trasferita in Piemonte pochi mesi dopo la fine delle indagini su Nada Cella, e avrebbe avuto all’epoca una notevole somma sul conto corrente. Alla riapertura delle indagini, è stato esaminato il suo motorino - che aveva ancora in uso dal 1996 - e gli inquirenti hanno trovato che molti pezzi sarebbero stati sostituiti.

Cerco di affrontare questo momento con coraggio e di condurre la mia vita in modo sereno. Questo è legato al fatto di essere assolutamente innocente e questo lo grido ad alta voce”, ha detto Cecere in un messaggio vocale a Quarto Grado, spiegando che vede la decisione della corte d’appello non come una condanna ma come una fonte di ansia.

Il mio desiderio è andare il 6 febbraio e vederli in faccia”, ha commentato in studio Daniela Cella, sorella di Nada ospite in studio, riferendosi ai tre imputati. Forse al processo non ci sarà la mamma Silvana Smaniotto, che è anziana: “La sensazione è che a uccidere mia figlia sia stata la Cecere, che però loro sapessero o che hanno visto qualcosa. Per me, loro comunque sapevano”, ha spiegato Smaniotto, parlando anche di Soracco e la madre.

Smaniotto ha aggiunto: “È da criminale non dire niente, se sapevano”. L’anziana ha raccontato che Soracco l’avrebbe evitata incontrandola, mentre ha preferito non aggiungere nulla sulla madre, per rispetto della sua età.

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