"Esiste un fascicolo in Vaticano". La rivelazione su Emanuela Orlandi

L’avvocato Laura Sgrò: "Cercavamo questo dossier dal 2017". Ali Ağca : "Emanuela rapita dai servizi segreti"

"Esiste un fascicolo in Vaticano". La rivelazione su Emanuela Orlandi
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"Esiste un fascicolo avente ad oggetto Emanuela Orlandi in Vaticano, di ‘ricostruzione storica’ che non può che essere frutto di una attività di indagine". Lo scrive in una nota diffusa a mezzo stampa l’avvocato Laura Sgrò, il legale storico della famiglia Orlandi, riguardo l'esistenza di un presunto fascicolo sulla 15enne scomparsa a Roma nell’estate del 1983 che sarebbe custodito in Vaticano. Un’ipotesi che, se fosse confermata, aprirebbe uno spiraglio di verità su uno dei cold case più intricati della storia italiana.

L’avvocato Sgrò: "Emerse due verità incontrovertibili"

Lo scorso giovedì, l’ex comandante della Gendarmeria Vaticana Domenico Giani è stato sentito dalla Commissione Parlamentare di inchiesta che indaga sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Secondo quanto dichiara l’avvocato Sgrò nella nota, l’audizione sarebbe stata proficua: "Sono emerse due verità oramai incontrovertibili, delle quali Pietro Orlandi riferisce da anni". La prima è che "il comandante Giani incontrò più volte nel 2012 il dottore Capaldo, procuratore aggiunto della Procura di Roma, che al tempo indagava sul rapimento di Emanuela Orlandi, nell'ambito della estumulazione della tomba di Enrico De Pedis, boss della banda della Magliana, sepolto incredibilmente nella Basilica di Sant'Apollinare".

La seconda riguarda un fascicolo "avente ad oggetto Emanuela Orlandi in Vaticano, di ‘ricostruzione storica’, che non può che essere frutto di una attività di indagine". Dall'audizione sarebbe emerso, inoltre, che il comandante "si è sentito offeso dalla Procura di Roma per non essere stato informato tempestivamente da quest'ultima della estumulazione di De Pedis e anche per essere stato definito 'emissario' dal dottore Capaldo. - prosegue il legale della famiglia Orlandi - Non una parola per chi invece, offeso lo è da quarantuno anni, gli Orlandi, ai quali il comandante non ha ritenuto di dovere dire, già dal 2017, di essere stato lui a incontrare il dottore Capaldo quando i familiari di Emanuela, con atti formali, gli avevano chiesto di indagare su questo incontro tra il procuratore Capaldo e due misteriosi emissari vaticani. E neppure una parola sul fatto che di questa’ ricostruzione storica’, che adesso sarebbe nelle mani del Promotore di Giustizia, gli Orlandi chiedono di potere avere copia, da molti anni prima che venisse aperta una inchiesta vaticana".

Ali Ağca: "Emanuela rapita dai servizi segreti"

Tra le ipotesi relative alla scomparsa di Emanuela Orlandi c’è anche quella del "terrorismo internazionale" che legherebbe la misteriosa sparizione della giovane cittadina vaticana all’attentato a Papa Giovanni Paolo II, commesso il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro da Mehmet Ali Ağca. Una tesi rilanciata di recente proprio dall’ex terrorista turco che, nelle scorse settimane, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare di inchiesta chiedendo di essere audito. "Ho un solo obiettivo: consegnare la verità al Parlamento italiano e al Vaticano sull'attentato al Papa e sulla scomparsa di Emanuela Orlandi", ha ribadito Ağca in un’intervista rilasciata a QN. "Il 20 dicembre 1982 fu il Parlamento italiano a certificare che l'attentato era un complotto internazionale ufficializzando la pista bulgara - ha spiegato -e dichiarando che il tentativo di uccidere papa Giovanni Paolo II era stato organizzato dai Paesi comunisti. Il secondo passo di questo intrigo fu il rapimento di Emanuela da parte di quella società segreta del Vaticano che si chiama Entità. Entità è anche uno dei nomi di Satana, dunque anche il mistero di Emanuela Orlandi è collegato al mistero della Madonna di Fatima che aveva annunciato l'attentato a Papa Giovanni Paolo II".

Ağca sostiene di essere a conoscenza di informazioni utili alle indagini sulla scomparsa della "ragazza con la fascetta": "Io rivelerei tutta la verità sull'attentato e sul rapimento con delle prove documentali e chiuderei il discorso definitivamente, - ha dichiarato - ma lo Stato vaticano, il governo americano e il governo italiano hanno deciso di lasciare le cose come stanno".

E infine: "Credo che papa Francesco possa essere messo nelle condizioni di consegnare Emanuela viva o morta alla sua famiglia immediatamente, ma su questo esiste una durissima opposizione dell'Entità, dell'Opus Dei e di altri settori conservatori del Vaticano che vogliono il silenzio assoluto su questo mistero che li sta imprigionando spiritualmente e moralmente da 41 anni e che rovinerà il prossimo Giubileo".

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