La Corte d'assise di Bolzano ha condannato Benno Neumair all’ergastolo per l’omicidio dei genitori, il padre Peter e la madre Laura. Il 30enne uccise il padre Peter Neumair (63 anni) e la madre 68enne Laura Perselli, entrambi insegnanti in pensione, per poi gettarne i corpi nel fiume Adige. E in seguito ne denunciò la scomparsa, cercando di sviare le indagini.
I giurati sono rimasti riuniti in camera di consiglio per oltre cinque ore e alla fine hanno accolto le richieste dei pm Federica Iovene e Igor Secco, che avevano chiesto l'applicazione della massima pena per entrambi gli omicidi, oltre all'isolamento diurno per un anno per Benno Neumair. Il 31enne dovrà anche pagare una provvisionale alle parti civili: 200mila euro alla sorella Madè e 80mila euro alla sorella di Laura Perselli, Carla.
Incapace di controllarsi
Gli avvocati difensori dell’uomo, Angelo Polo e Flavio Moccia, avevano invece chiesto di applicare le attenuanti generiche e considerare l'imputato incapace di intendere e di volere. Secondo la perizie dei consulenti nominati dai legali della difesa di Neumair, il giovane soffrirebbe di "un grave disturbo di personalità", sarebbe "malato e socialmente pericoloso". Per la difesa, Benno sarebbe quindi incapace di controllarsi: il litigio con il padre avrebbe fatto da detonatore portando all'omicidio. Non vi è però una prova certa riguardo il presunto litigio, circostanza che ha riferito solo l'imputato e nessun altro.
Secondo quanto confessato dal giovane in seguito al ritrovamento del corpo della madre, egli uccise entrambi i genitori strangolandoli con una corda, prima il padre e poi la madre, che era rientrata più tardi nell'abitazione di famiglia a Bolzano. Sempre secondo la confessione dell’imputato era stata proprio la discussione nata con il padre a degenerare in un litigio e a sfociare poi nel primo dei due omicidi. Dopo i delitti, l’omicida cercò di mettere in atto molti tentativi di depistaggio. L'accusa, secondo la quale i delitti sono stati commessi"con piena coscienza e volontà", ha sostenuto che la confessione sarebbe "tardiva ed utilitaristica", proprio perché arrivata dopo il ritrovamento del corpo della madre.
Nella sua arringa conclusiva il pubblico ministero Igor Secco ha affermato che "Benno soffre di un disturbo della personalità. Non soffre perché non si pente. E non ha sofferto quando ha messo in scena il suo spettacolo qui davanti a voi. Non è che la sua malattia gli abbia reso impossibile chiedere perdono a sua sorella qui in aula o almeno dirle una semplice parola di scuse. Nulla gli avrebbe impedito di parlare con uno psichiatra in prigione".
Le parole della sorella
"La pena pronunciata stasera è la fine di un capitolo ma non finisce quello che ci è stato tolto il 4 gennaio", ha detto la sorella dell'assassino, Madè Neumair, poco dopo la lettura della sentenza. "Ora mi auguro serenità. La mia vita non è cambiata oggi, la mia vita è cambiata dopo il 4 gennaio". La donna ha poi continuato: "Questa non è una vittoria. Non è un traguardo. Penso che la giuria abbia deciso quello che in questo momento è sembrato giusto. Penso che sia giusto. Non so se lo perdonerò è una domanda così difficile che non ci sto pensando. Non sto pensando a lui in questo momento ma alla mamma e al papà".
Benno denunciò la scomparsa dei genitori
Il giorno del delitto Benno denuncia la scomparsa del padre e della madre, mostrandosi molto preoccupato. La sua versione però non convinse gli inquirenti, e la procura di Bolzano dopo due settimane lo indagò con l'accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere. L'appartamento di famiglia fu posto sotto sequestro per gli accertamenti del Ris dei Carabinieri. Dieci giorni dopo, il 29 gennaio, Benno venne arrestato. Il 6 febbraio, nelle acque del fiume Adige il ritrovamento del corpo della madre.
In carcere a Bolzano Benno crollò confessando il duplice omicidio: il padre sarebbe morto strangolato dopo una colluttazione seguita a una lite, la madre dopo, appena rientrata in casa. Il 27 aprile fu ritrovato anche il corpo del padre Peter.
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