“Serve una rivoluzione culturale”. Così la sorella di Giulia fa il suo appello in tv

Dopo i tanti messaggi social, Elena Cecchettin parla in tv e lancia il suo guanto d'accusa: "Il femminicidio è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge"

“Serve una rivoluzione culturale”. Così la sorella di Giulia fa il suo appello in tv
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La sorella di Giulia Cecchettin torna a parlare ma stavolta non affida le sue esternazioni ai social, come fatto finora, ma ai microfoni di Dritto e Rovescio, programma di Rete 4. Da quando il corpo della 22enne è stata trovata nel canalone nei pressi di un lago del pordenonese, la sorella Elena ha usato i social per lanciare messaggi sociali, ma anche politici, in nome di Giulia. E oggi, in tv, ha ribadito quanto dichiarato su Instagram: "Non fate un minuto di silenzio per Giulia, ma bruciate tutto e dico questo in senso ideale, per far sì che il caso di Giulia sia finalmente l'ultimo. Ora serve una sorta di rivoluzione culturale".

Elena Cecchettin, quindi, ha fornito la sua personale interpretazione di quanto accaduto, con una sorta di analisi della società attuale: "In questi giorni si è sentito parlare di Turetta e molte persone ne hanno parlato come se fosse un mostro, come un malato. Ma mostro non è perché il mostro è l'eccezione della società". Ma Turetta, secondo la sorella di Giulia, non è un'eccezione, perché "lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro. La cultura dello stupro è quell'insieme di azioni che sono volte a limitare la libertà della donna, come controllare un telefono, essere possessivi".

Quindi, Elena prosegue nella sua analisi: "Non tutti gli uomini sono cattivi, mi viene detto spesso Sì, è vero. Però in questi casi ci sono sempre uomini, che comunque traggono beneficio da questo tipo di società. Quindi tutti gli uomini devono stare attenti". Inoltre, la sorella di Giulia ci tiene a dire in televisione che il femminicidio, l'uccisione di una donna, "non è un delitto passionale, è un delitto di potere, è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge". Quindi, Elena Cecchettin ha riportato quanto detto da Elly Schlein nelle scorse ore: "Bisogna quindi prevedere l'educazione sessuale e affettiva in maniera da prevenire questi fatti.

Bisogna finanziare i centri antiviolenza in modo tale che ci siano risposte". Anche lei oggi era presente alla fiaccolata organizzarla in nome di sua sorella. Insieme al padre e ai familiari ha accolto chi si è presentato oggi per un ricordo di Giulia.

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