Giovane madre morta a Pesaro, lo straniero guidava senza patente

Il ventisettenne straniero in fuga dai carabinieri che ha causato a Pesaro l'incidente costato la vita anche alla giovane Martina Mazza non si è fermato all'alt perché non aveva mai conseguito la patente. Era più volte stato denunciato e la Bmw sulla quale viaggiava era stata sequestrata, prima che l'avvocato riuscisse ad ottenerne il dissequestro

L'incidente avvenuto a Pesaro
L'incidente avvenuto a Pesaro
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Sultan Ramadani, il ventisettenne di origini macedoni che avrebbe causato l'incidente in cui ha perso la vita anche Martina Mazza, non si è fermato all'alt imposto dai carabinieri perché non aveva mai conseguito la patente di guida. E proprio per questo motivo, ogni volta che incrociava gli agenti della polizia municipale o delle forze dell'ordine accelerava: lo avrebbe fatto più volte in passato, come testimonierebbero le denunce nei suoi confronti. Questi gli ultimi sviluppi circa il sinistro stradale concretizzatosi la scorsa domenica 25 giugno a Pesaro. Nel quale oltre a Ramadani è morta anche la trentaduenne madre di famiglia che aveva come unica colpa quella di trovarsi nella Fiat 500 che procedeva su quella stessa strada mentre il giovane straniero sfrecciava a 150 km/h per seminare i militari dell'Arma, a bordo della Bmw intestata alla madre. Ramadani stava viaggiando insieme all'amico Elvis Cola, un coetaneo originario dell'Albania che si trova attualmente ricoverato in ospedale.

In quel frangente, quando ha notato un carabiniere che lo invitava ad accostare per un controllo di routine, ha invece accelerato ed è passato oltre. Così, di sorpasso in sorpasso per lasciarsi alle spalle i militari, sarebbe finito contro la 500 con a bordo Martina Mazza: quest'ultima è deceduta, mentre gli altri due compagni di viaggio (la sorella Alessia e l'amico Kevin Kamcia) sono in gravi condizioni (anche se non più in pericolo di vita, sembrerebbe). Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino, si sarebbe tuttavia trattata di una sorta di tragedia annunciata: Ramadani era infatti stato fermato più volte nel recente passato per guida senza patente. Nel 2021 venne ad esempio denunciato a Gabicce Mare (sempre nella provincia di Pesaro - Urbino) per aver esibito una patente macedone. Un'altra denuncia risale al marzo del 2022, pochi giorni dopo esser fuggito dalla polizia locale di Fano.

Era stato intercettato anche lo scorso 1 aprile, ma anche in quel frangente era riuscito a far perdere le proprie tracce sempre nel medesimo modo: spingendo a fondo sull'acceleratore della Bmw da 190 cavalli. Quest'ultima fuga non aveva comunque impedito agli agenti di prendere nota della targa del veicolo, notificandone poi alla famiglia il sequestro amministrativo.

Di più: la macchina in questione era già stata confiscata e venduta, ma l'avvocato dei Ramadani convinse il giudice di pace ad annullare l'atto di vendita puntando sul fatto che la vettura fosse intestata alla madre cinquantasettenne dello straniero, e che i genitori ne avessero bisogno per curarsi. E il ragazzo aveva a quanto pare promesso di non prendere più quell'automobile. Una promessa evidentemente non mantenuta, che si è purtroppo conclusa in tragedia.

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