"Giulia Tramontano strumentalizzata. Cosa c'è davvero dietro la lettera di Impagnatiello"

La lettera dell'ex barman condannato all'ergastolo per l'omicidio della compagna: "Giuliet, mi manchi". L'analisi della criminologa Roberta Bruzzone: "Un narcisita malevolo. Il suo obiettivo è far continuare a parlare di sé"

Alessandro Impagnatiello in aula a Milano
Alessandro Impagnatiello in aula a Milano
00:00 00:00

"Ogni istante della mia esistenza è dedicato a lei. E così anche ora le prime parole sono esclusivamente per te Giuliet, per la meravigliosa ragazza che eri, che sei e che sarai. Perché dentro me non cesserai mai di splendere". Sono le parole che Alessandro Impagnatiello, l'ex barman 32enne condannato in primo grado all'ergastolo per l'omicidio pluriaggravato della compagna, Giulia Tramontano, uccisa quando era al settimo mese di gravidanza, ha affidato a una lettera inviata al programma radiofonico La Zanzara. La missiva, che è stata letta in diretta dal conduttore Giuseppe Cruciani, il quale ha spiegato di essere stato autorizzato dal fratello e dal legale di Impagnatiello, non ha lasciato indiferenti i genitori della vittima. Loredana Femiano, la mamma di Giulia, ha postato sul suo profilo social l'immagine di un topo: "Sei un miserabile. No, non la pantegana. Tu".

"L’obiettivo di Impagnatiello è quello di far continuare a parlare di sé. Lo spettro peggiore per un narcisista malevolo è che da un momento all'altro si possano spegnere i riflettori, che ci si dimentichi di lui", spiega a Il Giornale la psicologa e criminologa forense Roberta Bruzzone.

Dottoressa Bruzzone, cosa ne pensa della lettera di Impagnatiello?

"È una lettera di Impagnatiello su Impagnatiello. Nel senso che lui si pone al centro della narrazione come unico soggetto. Il riferimento a Giulia è puramente strumentale, serve ad ottenere attenzione. È chiaramente una modalità per continuare a far parlare di sé e lo fa proponendosi come la povera vittima di una serie di eventi. Sotto la lente di Impagnatiello sono finiti i giornalisti che raccontano la sua storia e che, a suo dire, approfittano di lui. Questo mi induce a ipotizzare che la condanna all'ergastolo non abbia sortito alcun effetto trasformativo in questo soggetto. Del resto non mi sorprende, visto che stiamo parlando di una persona con un gravissimo disturbo narcisistico, a tratti antisociale e totalmente incapace di prendere coscienza di ciò che ha commesso. Tutto gravita attorno a lui e questa lettera lo dimostra in modo plateale".

Non c'è alcun riferimento a Thiago, il figlio che Giulia portava in grembo.

"Per Impagnatiello quel bambino non è mai esistito e questa ne è la riprova. Per lui Thiago era un ostacolo alla sua realizzazione professionale, al 'futuro a cinque stelle’ che pensava di meritare. Non lo ha mai considerato come un essere umano che si stava formando. Quel figlio non è mai esistito nella sua mente. Tant’è vero che non riesce neanche a fare finta di preoccuparsi per ciò che gli ha fatto".

E dunque qual è l'obiettivo della missiva?

"L’obiettivo di Impagnatiello è quello di far continuare a parlare di sé. Questo tipo di soggetto ha bisogno di essere sempre al centro dell’attenzione, anche se si tratta di attenzioni negative. Lo spettro peggiore per un narcisista malevolo è che da un momento all'altro si possano spegnere i riflettori, che ci si dimentichi di lui".

Riguardo alle lettere, ci sono dei precedenti. Anche Massimo Giuseppe Bossetti, l'ex muratore di Mapello condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, negli anni ha inviato varie missive alla redazione di Telelombardia. Ritiene vi sia qualche similitudine con Impagnatiello?

"Bossetti è un narcisista maligno che ha indossato la maschera della vittima del più grande caso di errore giudiziario italiano - dal suo punto di vista, chiaramente -

e quindi cerca di ottenere più attenzioni possibili. I soggetti di questo tipo, lui come Impagnatiello, hanno sempre bisogno di essere al centro della scena e non provano alcun tipo di rimorso per ciò che hanno commesso".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica