"Non posso parlare, ho detto tutto ai carabinieri e ai familiari". È così che il supertestimone del delitto di Giulia Cecchettin ha risposto ai giornalisti dell'Ansa che sono riusciti a intercettarlo. È stato lui a lanciare per primo l'allarme sabato 11 novembre quando, attorno alle 23.15, ha telefonato al 112 chiedendo l'intervento di una volante. Ha assistito alla prima lite della coppia, il momento che il gip ha acclarato sia quello della prima aggressione alla ragazza a pochi passi dalla sua abitazione. "Sono stato io a chiamare il 112 quella notte, certo", ha detto ancora l'uomo, senza aggiungere altri dettagli su quanto ha visto o sentito.
Nei giorni successivi, attraverso la telefonata che l'uomo ha effettuato ai soccorsi, si è appreso che a far scattare l'allarme è stata proprio la richiesta di aiuto di Giulia, udita dal testimone. Non esistono telecamere di sorveglianza in quella zona, quindi quel momento non è stato cristallizzato nelle immagini come, invece, accaduto per la seconda aggressione. Ci sono però le tracce di sangue e il coltello a indicare che in quel parcheggio qualcosa di grave, quella notte, è accaduta. E c'è la testimonianza dell'uomo, che sarà fondamentale in sede processuale.
Intanto, il Tg1 delle 13.30 ha mostrato in esclusiva una delle ultime immagini disponibili che riprendono la fuga di Filippo Turetta. Risalgono alle 7.22 di domenica 12 novembre e sono state registrate tra le Dolomiti dell'Alto-Veneto.
Le strade sono quasi deserte e la macchina del ragazzo, una Grande Punto nera, viaggia in direzione dell'Austria, dove ha poi fatto perdere le sue tracce in Carinizia. Da quel momento non ci sono più immagini di Turetta, che verrà rintracciato solo sei giorni dopo, domenica mattina, lungo l'autostrada Berlino-Monaco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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