Mahmoud, i sommozzatori cercano la testa del ragazzo tra gli scogli

I sommozzatori dell'Arma stanno cercando la testa del 18enne ucciso e poi mutilato lungo la scogliera che costeggia Chiavari, vicino al fiume. Uno degli indagati sta collaborando alle ricerche, l'avvocato: "Piange, è sconvolto"

Mahmoud, i sommozzatori cercano la testa del ragazzo tra gli scogli
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Articolo in aggiornamento

I carabinieri del nucleo Subacquei del comando di Genova stanno cercando la testa di Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, il 19enne ucciso e poi mutilato nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio. Le ricerche si stanno concentrando lungo la scogliera della colmata a mare di Chiavari, a ponente della foce dell'Entella, dove lunedì mattina sono stati recuperati gli arti. Stando a quanto apprende l'Ansa, uno dei due egiziani indagati per l'omicidio starebbe collaborando con gli inquirenti per il ritrovamento dei resti.

Le ricerche

Il cadavere di Mahmoud è riafforato al largo di Santa Margherita nella tarda mattinata di lunedì. Le mani sono state invece recuperate lungo un lembo di spiaggia che costeggia il fiume Entella, tra Lavagna e Chiavari. All'appello manca la testa del ragazzo che, ipotizzano gli investigatori, potrebbe essere stata gettata nel corso d'acqua assieme all'arma del delitto, verosimilmente un coltello e/o un punteruolo.

"L'indagato vuole collaborare"

Uno dei due indagati, Mohamed Ali Abdelghani (detto Bob) avrebbe fornito indicazioni precise ai sommozzatori circa il luogo in cui cercare i resti del 18enne. "È sconvolto. Ma vuole collaborare, tanto che ha dato indicazioni che possono far ritrovare la testa mozzata di Mahmoud" ha detto all'Ansa l'avvocato Salvatore Calendra, che assiste Bob. "Non fa che piangere, è totalmente sconvolto. - ha continuato il legale - Ma la sua posizione è chiara: è finito dentro una cosa che davvero non si aspettava. È stato minacciato e ha avuto paura per la sua famiglia". Durante l'interrogatorio di ieri Abdelghani aveva di fatto scaricato le responsabilità della brutale aggressione sull'altro egiziano accusato di omicidio e soppressione di cadavere, Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel (detto Tito). In buona sostanza, Bob accusa Tito - il titolare del negozio di parrucchieri per uomo in cui lavorava Mahmoud - di aver costretto, sotto minaccia, a commettere lo scempio sul corpo del 19enne, ucciso perché voleva cambiare lavoro.

La reazione della comunità musulmana

La notizia del tragico omicidio ha sconvolto la comunità islamica del Ponente Ligure. "Abbiamo pregato per Mahmoud, una preghiera collettiva con alcuni dei suoi amici - ha detto l'imam Husein Salah - che sono tutti molto tristi e arrabbiati. La nostra legge vieta di sfigurare un defunto, è un'offesa a lui e ai suoi familiari". "Quel che è successo è terribile e per di più per una cosa così futile.

- ha concluso l'imam - So che Ahmed Abdalla, fratello del defunto (che è in Italia da oltre un anno e lavora per una ditta edile a Milano, ndr) si è incaricato di avvertire la madre in Egitto. Le esequie? quando sarà possibile lo seppelliremo nel Maqbara vicino al cimitero di Staglieno. E la testa dovrà essere seppellita con lui".

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