"Mi contattò con un falso profilo Facebook". L'ultimo mistero di Alice Neri

Parla il "terzo uomo" in una intervista esclusiva a Storie Italiane su Rai1 anticipata sul Giornale.it

Un primo piano di Alice Neri
Un primo piano di Alice Neri

Lei era appena entrata a lavorare, aveva appena avuto il covid, mi ha contattato con un falso profilo di Facebook chiedendomi di richiamarla”. L'ultimo mistero su Alice Neri, l'operaia di 32 anni trovata carbonizzata nella sua auto a Fossa di Concordia, piccola frazione del modenese, viene svelato da Alessandro Politi, giornalista di Storie Italiane. Le parole del cosiddetto “terzo uomo” e della sua attuale compagna, anticipate sul Giornale.it, verranno trasmesse in esclusiva domani su Rai1. E gettano una nuova ombra sull'omicidio della donna, avvenuto nel novembre scorso, già oggetto di molte ipotesi e suggestioni. “Mi ha detto di chiamarsi come un collega del reparto saldatore – continua il “terzo uomo” -e mi ha detto che aveva bisogno di parlarmi”. Nella conversazione sull'applicazione di messaggistica, Neri poi svela la sua identità scrivendo le sue iniziali. “Sono AN" (Alice Neri, ndr). Il motivo del contatto è che la donna ha avuto il covid da poco e, non sapendo bene come comportarsi in azienda, chiede “una mano” al collega. Ma non lo fa apertamente - utilizzando il proprio profilo - bensì con un profilo falso, salvo poi scrivere il suo numero di cellulare per poterne parlare al telefono.

Storie italiane, che ora è pronta a pubblicare l'intervista integrale, aveva già rivelato che proprio il terzo uomo aveva cancellato le sue chat whatsapp con Alice Neri. “L'ultimo messaggio di Alice? -le sue parole al giornalista -Non ce l'ho registrato. Non ho più la chat di Alice, l'ho cancellata. Perché avrei dovuto tenerla? Mi disse in pausa pranzo che si doveva vedere con questo collega del lavoro. Stop”. Lo stesso “terzo uomo” (che non risulta indagato) è colui che scrisse diverse lettere d'amore alla vittima, messe nero su bianco su un bloc notes e sequestrate dai carabinieri. Sempre lui avrebbe poi pubblicato un post inquietante in giorno del ritrovamento del corpo della donna. “Io sono un po' stanco di questa situazione, non ce la faccio più”, prosegue poi l'intervista. “Siccome Alice e io parlavamo davanti a tutti, ti senti colpevole. Ma se io avessi fatto qualcosa, andrei tutti i giorni a lavorare?”. “A lavoro ho sempre dato il massimo, ma sono stanco.”.

Per l'omicidio di Alice Neri è stato rintracciato in Francia e arrestato, nel dicembre scorso, Mohamed Gaalolul, tunisino di 29 anni. In aula per l'incidente probatorio dovranno essere sentiti tre testimoni, amici proprio del 29enne, che avrebbero dovuto rispondere soprattutto in merito ad un elemento, ovvero il fatto che l'indagato la mattina del 18 novembre si sarebbe presentato nella loro abitazione con delle macchie di olio, potenzialmente compatibili, sostiene l'accusa, col fatto che sarebbe stato lui ad appiccare il fuoco all'auto della vittima.

In aula c'erano anche la moglie di Mohamed Gaaloul, il marito di Alice Neri, Nicholas Negrini, a sua volta indagato, e gli avvocati del collega di lavoro della donna, Marco Cuccui, terzo iscritto nel registro dai magistrati modenesi per l'omicidio e che aveva passato la serata con la giovane.

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