Morte Alice Neri, gravi indizi contro lo straniero: resta in carcere

Anche la Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Mohamed Gaaloul: il ventinovenne tunisino resta il principale indiziato per l'omicidio di Alice Neri. L'avvocato della famiglia Neri: "Gravi indizi a suo carico"

Un primo piano di Alice Neri
Un primo piano di Alice Neri
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Nelle scorse ore la Cassazione si è espressa in merito alla richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Mohamed Gaaloul, bocciando il ricorso ed allineandosi al precedente verdetto del Riesame. Il ventinovenne tunisino rimarrà quindi in carcere e la sua posizione sembra aggravarsi ulteriormente. Questi gli ultimissimi sviluppi relativi al "caso Alice Neri", con le indagini da parte degli inquirenti che proseguono a pieno ritmo. Il principale indiziato resta il giovane straniero, per un sospetto accentuato dal parere della Corte di Cassazione che (al pari del Tribunale del Riesame, lo scorso febbraio) si è opposta alla sua scarcerazione. E tramite il proprio legale, la famiglia della vittima ha espresso soddisfazione per quanto decretato dai giudici.

"L’organo giudiziario di maggior rilevanza in Italia, e le cui decisioni non sono sottoposte ad impugnazione – ha dichiarato l'avvocato Cosimo Zaccaria al quotidiano Il Resto del Carlino – ha affermato e confermato l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza per Gaaloul, nell’uccisione di Alice Neri. Una delitto terribile che ha portato a carbonizzare il corpo". Il cadavere di Alice Neri, carbonizzato, venne ritrovato com'è noto nelle campagne modenesi lo scorso novembre, all'interno dell'autovettura sulla quale si era appena allontanata da un locale di Fossa di Concordia. Secondo gli investigatori, quella sera la vittima incontrò Gaaloul, il quale confermò successivamente di aver accettato un passaggio da una "donna bionda". E quel che accadde da lì in poi non è ancora stato ricostruito con certezza: si sa che il tunisino lasciò l'Italia subito dopo la tragedia, per un'azione forse letta da chi indaga come una sorta di un'ammissione di colpevolezza.

Sospetti che l'indagine non ha a ben vedere mai dissolto del tutto, stando perlomeno alle successive ricostruzioni. E dopo il pronunciamento della Cassazione, Zaccaria ha elencato le prove che a suo dire "inchiodano" il nordafricano. "Nel luogo in cui è stato ritrovato il corpo, vi era la presenza di una tanica contenente olio esausto. Che è stato, come emerso successivamente, usato come combustibile per bruciare il cadavere - ha concluso - il posto in questione era isolato, perfettamente conosciuto da Gaaloul che vi si recava anche per grigliate con gli amici.

Sul suo borsello sono state rinvenute macchie di olio esausto nella parte interna. E pochi giorni dopo la morte di Alice, Gaaloul si è allontanato dall’Italia recandosi in tre Stati. A tanti mesi dal delitto, ancora non si è infine sentita una sola frase a discolpa del signor Gaaloul".

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