"Non è stata sgozzata". L'autopsia svela come è morta Saman

Le prime ipotesi si concentrano sul taglio in gola, ma c'è un elemento che fa pensare ad altro. Si attendono ulteriori esami

"Non è stata sgozzata". L'autopsia svela come è morta Saman

L’autopsia sui resti di Saman Abbas ha iniziato a rivelare cosa potrebbe essere accaduto in quella notte terribile, a Novellara, tra il 30 aprile e l’1 maggio, quando della ragazza non si ebbero più notizie.

Il punto di partenza importante è che, a differenza di quanto trapelato ieri alla fine dell’autopsia, non si può dire che la giovane sia stata sgozzata: occorrono ulteriori esami istologici, che avverranno nei prossimi giorni, per capire se la morte è avvenuta per strangolamento e quindi asfissia.

I nuovi esami, così come è accaduto per l’autopsia, si svolgeranno nel laboratorio Labaonof di Milano e saranno coordinati dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo. L’autopsia ha richiesto un intero pomeriggio e si è conclusa alle 21.30 senza la possibilità di stabilire con certezza la causa di morte per Saman, il cui corpo era integro ma saponificato.

Tuttavia qualcosa si è potuto notare: sul corpo c’erano scollamenti e abrasioni, probabilmente dovuti alla sepoltura improvvisata da chi ha occultato il cadavere per un anno e mezzo nella nuda terra di un casolare abbandonato in Emilia Romagna.

Non c’erano tracce di sangue, quindi gli esami istologici avranno il fine di controllare se le abrasioni sul corpo siano legate all’omicidio o siano emerse post mortem proprio a causa delle modalità di occultamento. Per questo sarà importante capire se le abrasioni siano state irrorate dal sangue.

Naturalmente mancano ancora i risultati dell’esame del Dna, ma pare evidente che si tratti di Saman: indossava gli stessi abiti inquadrati dalle telecamere di sorveglianza la notte della scomparsa e inoltre è stato lo zio, uno degli imputati nel processo che inizierà a febbraio 2023 a indicare agli inquirenti il luogo dell’occultamento.

Saman aveva addosso i jeans sfilacciati da lei sul ginocchio per essere alla moda e la felpa - ha raccontato all’Ansa la legale dell’associazione Penelope Barbara Iannuccelli - I vestiti sembrano essere proprio quelli riconducibili al video che la riprendevano davanti a casa nelle sue ultime ore prima della scomparsa. Aveva ancora addosso una cavigliera e un braccialetto di quelli portafortuna colorati, ma anche un paio di orecchini. E una folta chioma di capelli”.

Al momento sono imputate nel processo 5 persone: il padre di Saman Shabbar Abbas, che al momento è in carcere a Islamabad, la madre Nazia Shaheen ancora latitante, lo zio Danish

Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Questi ultimi tre sono in carcere in Italia. Tutti gli imputati sono accusati di omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e soppressione di cadavere.

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