È giunto il momento della verità su Saman Abbas. Oggi, a partire dalle 12, nel laboratorio Labanof a Milano, inizierà l’autopsia sui suoi presunti resti. Tutto si svolgerà alla presenza dei consulenti di parte, gli imputati nel processo che prenderà il via a febbraio 2023, oltre che le parti civili e naturalmente gli esperti, tra cui l’anatomopatologa Cristina Cattaneo.
I resti di Saman
Perché si parla ancora di presunti resti? Perché l’autopsia mira a stabilire non solo come è morta la 18enne, per mano di chi e chi l’ha sepolta in una buca, ma anche se effettivamente si tratta di lei attraverso l’esame del Dna.
Sicuramente suona bizzarro affermare che non si possa trattare di lei: i resti sono stati esumati da un casolare abbandonato a Novellara, la città emiliana in cui gli Abbas vivevano e lavoravano in un’azienda agricola. Il casolare si trova giusto a 700 metri di distanza dalla casa di Saman, e inoltre è stato indicato da Danish Hasnain, una delle 5 persone rinviate a giudizio per sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere, oltre che zio di Saman.
All’esumazione, i resti della giovane che sono stati trovati indossavano gli stessi abiti che indossava Saman la notte della sua scomparsa, così come sono stati inquadrati dalle telecamere di sorveglianza dell’azienda agricola. Inoltre, alla caviglia, il corpo indossava la stessa cavigliera vista nei video di Italian Girl, l’alias di Saman sui social quando, dopo aver denunciato i genitori, si trovava in una comunità protetta in carico ai servizi sociali italiani.
C’è un altro dettaglio importante. Tra i tanti oggetti repertati dagli inquirenti c’è un giubbotto appartenuto a Danish. Sulla spalla del giubbotto è stata trovata della saliva compatibile con il Dna di Saman. Stando alla testimonianza del fratello della 18enne e ad alcune indiscrezioni dal carcere, gli inquirenti sono stati finora orientati a credere che Danish sia stato l’esecutore materiale del delitto. Seguendo questa ipotesi, si può pensare che Danish abbia caricato il corpo della nipote sulle spalle, per poi dirigersi al casolare. Ma naturalmente sarà tutto da stabilire in fase processuale.
Cosa si sa per certo
Non sono molti i dati certi sul presunto omicidio di Saman. Si sa che la giovane è scomparsa da Novellara nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021. Le telecamere l’hanno inquadrata dirigersi verso le serre con i genitori, ma quegli occhi hanno inquadrato poco dopo il padre Shabbar Abbas rientrare in casa con lo zainetto bianco della figlia in mano.
Le stesse telecamere hanno inquadrato ore prima Danish, con i due cugini Ikram Ijaz e Noumanoulaq Noumanulaq, andare verso le serre con una vanga e quello che sembra essere un piede di porco. Fu in quel momento che avrebbero scavato la buca?
Subito dopo la scomparsa della figlia, Shabbar e la moglie Nazia Shaheen, dopo aver chiamato un tassista abusivo, hanno volato dall’Italia al Pakistan, promettendo di rientrare il 10 giugno successivo, cosa che non è mai accaduta. Shabbar è stato arrestato a Charanwala e al momento si trova a Islamabad, dove pesano sul suo capo le stesse accuse italiane. Ma ancora non si sa se sarà estradato e quando.
Danish, Ikram e Noumanoulaq sono stati arrestati e tradotti in Italia con un mandato di cattura europeo: stavano cercando o erano riusciti a rifugiarsi entro l’area Schengen, ma sono stati trovati. In Italia anche il fratello di Saman che punta il dito contro lo zio: è minorenne ed è in una comunità protetta.
Un’altra cosa certa: Saman si era opposta al matrimonio forzato con un cugino più anziano di 10 anni. Aveva conosciuto sui social Saqib, un quasi coetaneo pakistano residente nel Frusinate. Dopo essersi più volte incontrati di persona, Saman e Saqib si sono innamorati e stavano progettando il loro matrimonio. Avevano comprato già perfino gli abiti: per Saman un vestito rosa da fiaba, per Saqib una giacca cangiante e arabescata da principe azzurro. Purtroppo Saman non ha potuto vivere la sua fiaba d’amore.
Quali sono le prospettive
Molta parte delle prospettive future del caso dipende appunto dall’autopsia. Finora la difesa degli accusati - il padre Shabbar, la madre Nazia, lo zio Danish, i cugini Ikram e Noumanoulaq - si è retta sul fatto che non era mai stato trovato il corpo della ragazza. E quindi ora che Danish ha indicato il luogo di sepoltura, ci si chiede se tornerà a parlare, a dire di più.
C’è un altro dettaglio tutt’altro che di poco conto: intercettazioni telefoniche, intercettazioni ambientali, leak dal carcere in cui ci sono tre degli imputati (Danish, Ikram e Noumanoulaq), testimonianze dirette. Sulle intercettazioni tutto si “giocherà” sulla corretta traduzione: si è parlato in particolare di una telefonata in cui Shabbar avrebbe detto a un fratellastro di aver ucciso la figlia per il proprio onore. Al momento le traduzioni dei brogliacci dei carabinieri e quelle delle trasmissioni televisive corrispondono tra loro, però non è improbabile che la difesa degli imputati spinga sul tasto di una possibile malatraduzione.
I tasselli mancanti
Nel puzzle Saman i tasselli mancanti sono molti, tanto più se si prendono per buone le dichiarazioni di Shabbar, che continua a sostenere che la figlia è viva e che la moglie si trova in Italia. Ma la sua attendibilità è in dubbio per l’opinione pubblica, come ha ha fatto notare un poliziotto pakistano all’arresto dell’uomo: “Lui dice tante cose”.
Quindi oltre a dover accertare che il corpo appartiene a Saman, perché sia stata uccisa, da chi e chi l’ha sepolta, inquirenti e forze dell’ordine dovranno sbrogliare una grossa matassa: dov’è Nazia? La donna è ancora latitante.
Se si trova in Pakistan, come molti ritengono, è possibile che non sia arrestata: seppur le leggi in Pakistan siano dure e sia in vigore la pena di morte, le donne, nei casi di delitto d’onore, godono di speciali privilegi rispetto agli uomini. In altre parole, il fatto che Shabbar sia stato arrestato con quelle accuse non è garanzia che lo sarà anche Nazia se si trova in patria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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