
I punti chiave
C’è un uomo italiano, scomparso in Messico da ottobre 2023. C’è una famiglia a Napoli, che non solo aspetta che venga ritrovato, ma si adopera personalmente affinché questo avvenga. È la storia di Nardo Franco, venditore ambulante partenopeo nato nel 1980 che risiedeva in Messico da oltre 20 anni, ed è una storia fatta di forza, di ricerche e di speranza.
Il rapimento
Le date della vicenda qui raccontata sono lievemente sfalsate a causa del fuso orario tra Italia e Messico. Il 30 settembre 2023 è un giorno ordinario per Nardo Franco. Non ha preoccupazioni fuori dal comune e videochiama i suoi cari come fa ogni giorno più volte al giorno. È andato a lavorare, come fa quotidianamente, a Leon, nello stato di Guanajuato, dove peraltro vive. Niente lascia presagire ciò che poi accade.
Tra il 30 settembre e l’1 ottobre 2023 il blackout. Nardo Franco smette di sentire la famiglia, che chiaramente si mette in allarme quando questo anello di una routine consolidata si spezza. È successo qualcosa all’uomo, ma cosa?
Anche un fraterno amico messicano si allarma e qualche giorno dopo telefona al padre di Nardo, Antonio Franco. Dice di non aver più sue notizie, e, passano altri giorni, poi l’amico richiama: forse Nardo è stato rapito. Due ritrovamenti gettano una luce sinistra sulla scomparsa: l’auto dell’uomo viene ritrovata a un’ora da Leon, mentre in un albergo cittadino viene ritrovata una sua valigia con vestiti e altri effetti personali appartenuti a Nardo Franco.
Le ricerche
Le indagini vedono al lavoro due magistrati della Fiscalia di Guanajuato (l’equivalente messicano della polizia), la squadra investigativa di persone scomparse, la Comision Nacional de Busqueda, la Comisión Estatal de Busqueda, che cooperano con l’associazione Manisco World capitanata dalla presidente Virginia Melissa Adamo, da sempre attivamente impegnata nelle ricerche di Nardo Franco.
Già lo scorso anno nel maggio 2024 Virginia Adamo si era recata in una missione di intelligence in Messico, proprio nello stato di Guanajuato a Leon, autorizzata dal console italiano in Messico Andrea Lai, e scortata per l’intera permanenza da 16 uomini armati, autorizzati dal sottosegretario alla sicurezza Cabeza de Vaca, per prendere parte alla “Busqueda” (ossia alla ricerca) di Nardo Franco. Si lavora alacremente e anche la famiglia è partecipe alle indagini, per le quali si stanno percorrendo due piste delle quali non è possibile scendere in dettagli, proprio perché l’inchiesta è in corso.
Ma che Nardo Franco sia stato rapito è praticamente una certezza. “Non pensiamo a un rapimento a scopo di riscatto economico. Siamo stati in effetti contattati da uomini che ci hanno chiesto del denaro, ma si sono rivelati estorsori. Pensiamo a un sequestro per l’avviamento alla schiavitù del narcotraffico: rapiscono le persone per tenerle in laboratori per la produzione di droghe”, spiega la sorella Titta Franco a IlGiornale.
Lo conferma la presidente Adamo: “A metà marzo 2025, le autorità, su segnalazione anonima, sono state impegnate nel ritrovamento di più di 1500 persone sequestrate, di cui sono stati ritrovati resti umani e parti di corpi smembrati, scarpe e abbigliamento, accessori e valigie. Un massacro rinvenuto nello stato di Jalisco ed esattamente nel Ranch Izaguirre in Teuchitlan, all’interno del quale sono stati trovati diversi forni crematori. I sequestrati venivano reclutati attraverso un inganno - ricerca di lavoro - e poi portati con la forza e privati della loro libertà in questo Ranch, parliamo sia di donne che uomini. Straziante il ritrovamento anche di abbigliamento e accessori di bambini utilizzati per il traffico di organi e la prostituzione infantile, viste le testimonianze di sopravvissuti che ci hanno spiegato la suddivisone delle aree in settori”.
Nardo, spiega la presidente, “è entrato a far parte del sistema di Busqueda 'Masiva', pertanto ogni Fiscalia seppur di differente giurisdizione rispetto allo stato di Guanajuato, possiede il Dna necessario per eventuali prove di compatibilità” come già effettuato nel caso di Jalisco, dove ha dato esito negativo. In altre parole Nardo Franco non era tra quelle vittime.
“Sono in corso allo stato attuale prove - prosegue Adamo - di compatibilità anche in San Luis Potosi, ove sono state segnalate in forma anonima nove fosse clandestine e tre case di ‘seguridad’, in Zacatecas. Qui sono stati riscattati dieci sequestrati in vita, dichiarati scomparsi da tre e quattro anni. Lavoro al caso di Nardo h24 affiancata dal mio team e coordino le operatività direttamente con i gruppi di investigazione della Fiscalia, con i magistrati che hanno in carico il caso di Nardo e con i collettivi. Sono fiduciosa e ringrazio voi e anche la stampa messicana che ha attivamente collaborato alle ricerche dando luce al caso di Nardo”.
La vicenda non è semplice e dimostra come, pur conducendo sempre una vita retta, nessuno può essere al sicuro dalla criminalità organizzata. “Mio fratello è completamente estraneo a questo tipo di reati. In Messico è in atto una guerra tra cartelli ed è un bollettino di guerra quotidiano. Se fosse stato ucciso per strada, lo avremmo saputo. Nardo è una brava persona che andava a lavorare ogni giorno”, aggiunge la signora Titta.
Nardo Franco era prudente: vivendo da 20 anni in Messico sapeva bene dove poter andare e dove era troppo pericoloso.
Il mistero non è quindi stato ancora svelato: cosa gli è accaduto? “Non c’è stato un solo giorno che non siamo stati in collegamento con il Messico, non stiamo con le mani in mano - assicura Titta Franco - Penso che mio fratello in questo momento si stia disperando perché non può mettersi in contatto con noi”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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