Avrebbero messo in piedi una vera e propria "azienda" fra le mura domestiche, occupandosi di produrre e smerciare droga. E sulla base di queste accuse, un'intera famiglia è finita in manette nelle scorse ore: tutti e tre i componenti del nucleo familiare in questione sono accusati in concorso di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e ricettazione. Protagonisti della vicenda che arriva da Bologna sono tre cittadini originari del Bangladesh: si tratterebbe nel dettaglio di due coniugi (un uomo di 53 anni e una donna di 48) e del loro figlio di 22 anni. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino, i tre gestivano una vera e propria "rete domestica" dello spaccio: risultavano disoccupati (padre e figlio erano inoltre già noti alle forze dell'ordine) ma il sospetto degli inquirenti è che in realtà si dedicassero assiduamente all'attività illegale da loro stessi avviata.
Ad allertare i carabinieri sarebbero state alcune segnalazioni fattesi nel tempo via via sempre più insistenti, con i militari dell'Arma che hanno quindi bussato alla porta dell'appartamento in cui vivevano i tre cittadini bengalesi. Dopo aver spiegato loro il motivo della visita, il ventiduenne avrebbe superato un primo momento di smarrimento e condotto gli operatori all'interno della cantina dell'edificio. Una volta raggiunto il posto, il ragazzo avrebbe consegnato loro un barattolo contenente residui di sostanza stupefacente, asserendo di non possederne altra. Un atteggiamento collaborativo reputato sospetto, alla luce di quanto avvenuto in precedenza: i carabinieri hanno iniziato a sospettare che il ragazzo stesse bluffando e che li avesse volutamente portati in cantina per guadagnare tempo. Un'ipotesi divenuta realtà quando la perquisizione si è spostata in casa: gli operatori hanno rinvenuto circa un chilo e mezzo di droga, nascosta nelle varie stanze. Nascosti tra il frigorifero e la camera da letto, gli investigatori hanno ad esempio scoperto quattro panetti di hashish e un involucro trasparente, per un peso complessivo di quasi mezzo chilo.
Occultati in una cassettiera c'erano anche dei barattoli di marijuana, per un chilo di merce. E a fugare ogni dubbio, anche gli strumenti che secondo chi indaga la famiglia utilizzava per "lavorare": i militari hanno trovato due bilancini di precisione, un coltello in acciaio con tracce di hashish, un grinder usato per triturare le infiorescenze e altro materiale per il confezionamento. Non è tutto, perché all'interno dell'appartamento c'erano circa 10mila euro in banconote di vario taglio: secondo gli investigatori, i soldi proverrebbero proprio dall'attività di spaccio.
Tutta la droga, gli oggetti usati per pesarla e confezionarla, i documenti e il denaro ritrovato sono stati sequestrati. I tre bengalesi, dopo le formalità di rito e su disposizione della procura locale, sono infine stati arrestati e portati in carcere. In attesa di ulteriori sviluppi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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