"Sul letto, poi i pugni in testa". L'inquietante passato del moldavo che massacrò Yana

Un'ex fidanzata di Dumitru Stratan, il presunto assassino di Yana Malaiko, racconta al giornalista Alessandro Politi di essere stata picchiata dal 33enne moldavo quando avevano una relazione: "Mi prese a pugni in testa"

"Sul letto, poi i pugni in testa". L'inquietante passato del moldavo che massacrò Yana

"Sembra che Dumitru Stratan abbia adottato la stessa modalità violenta anche con l’ex fidanzata". A dirlo, a ilGiornale.it, è l’avvocato Angelo Lino Murtas, il legale dei genitori di Yana Malaiko, la 23enne ucraina uccisa nella notte tra il 19 e il 20 gennaio, all’interno del suo appartamento a Castiglione delle Stiviere. La donna di cui parla il legale è la stessa ad esser stata contattata dal giornalista Alessandro Politi per un servizio esclusivo che verrà mostrato nei prossimi giorni durante il programma televisivo "Storie Italiane", in onda ogni mattina su Rai Uno.

La testimonianza

"Dumitru mi ha buttato sul letto e preso a pugni in testa". Comincia così la testimonianza agghiacciante della donna. La giovane, all’epoca dei fatti 18enne, racconta di esser stata picchiata dal 33enne moldavo riuscendo poi a divincolarsi all’ultimo. "Eravamo in vacanza in Moldavia quando è successo - spiega al giornalista Alessandro Politi - Io sono riuscita a scappare e sono tornata in Italia. Lui, quasi per un anno, non ha potuto perché gli avevo bruciato il passaporto". Secondo la versione fornita dalla presunta vittima, all’origine dell’aggressione ci sarebbe stata la gelosia. "Era ubriaco. Io ero in compagnia di alcuni amici, si è ingelosito e mi ha picchiato. - continua la ragazza della quale, per questione di privacy, non riveliamo il nome - Sono finita in ospedale con un leggero trauma cranico, ho dovuto prendere delle pastiglie perché ho avuto delle vertigini per qualche giorno". La ragazza precisa di non aver denunciato l'ex per questioni burocratiche ma di aver troncato la relazione subito dopo l’accaduto. “L’ho lasciato subito e non ho voluto più rivederlo. - ricorda - Lui era molto geloso. Non mi lasciava uscire di casa. Non avevo libertà di vedere neanche un’amica. Se uscivo, mi tartassava di telefonate chiedendo dove e con chi fossi". Poi, a proposito di Yana, dice: "Non la conoscevo ma credo di averla incrociata due anni fa, al bar. C’era lì lui con una ragazza che, ai tempi, era mora. Mi ricordo che non appena lui mi ha vista, ha preso lei per mano e sono andati via". Quindi conclude: "Ripensando alla modalità con cui ha aggredito lei (Yana) è la stessa che ha adottato con me. Io sono riuscita a scappare. Sono stata molto fortunata".

"Bisogna indagare sul passato di Dumitru"

"Siamo riusciti a contattare un’ex fidanzata di Dumitru e sembra che sia stata aggredita con lo stesso modus operandi di Yana: scaraventata sul letto e poi picchiata con violenza al volto. Lei, però, è riuscita a divincolarsi", racconta l’avvocato Angelo Lino Murtas che ha fatto istanza al pubblico ministero, Lucia Lombardo, affinché indaghi sui trascorsi del 33enne moldavo. Il legale ha nominato come consulente tecnico di parte il criminologo Gianni Spoletti, con il quale "stiamo riscontrando nel dettaglio questa drammatica vicenda", dice. Circa le modalità con cui la 23enne ucraina è stata aggredita dichiara: "Ha provato a difendersi ma, purtroppo, non ci è riuscita. È agghiacciante pensare che la povera Yana sia stata infilata in un piccolissimo trolley, forse agonizzante. Ed il motivo per cui pensiamo che Stratan abbia premeditato il delitto".

L’appello: "Una giustizia giusta"

L’avvocato Murtas assiste i genitori di Yana, Tatiana Serbenchuk e Oleksandr Malaiko, chiede che sia fatta giustizia. "Noi chiediamo che al presunto assassino di Yana venga assegnata una pena giusta per ciò che ha commesso, né più né meno di ciò che prevede l’ordinamento italiano. - dice - Non vogliamo vendetta, ma una ‘Giustizia giusta’ per Yana". Un appello a cui si unisce anche il giornalista Alessandro Politi. "Non dobbiamo abbassare l’attenzione su questa vicenda.

- dice - Mi auguro che la storia di Yana, terminata con un epilogo drammatico, accenda ulteriormente i riflettori sui casi di femminicidio. Serve una riforma concreta, risolutiva e che tuteli realmente le donne. Dobbiamo impedire che si ripetano tragedie come questa".

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