Sparò ed uccise il suo vicino di casa, mentre quest'ultimo (al termine dell'ennesima discussione) stava demolendo con una ruspa la sua abitazione. Ed andrà a processo, ma non per eccesso di legittima difesa: Sandro Mugnai dovrà difendersi dall'accusa di omicidio volontario. Sono gli ultimi sviluppi dell'"omicidio di San Polo", consumatosi ad Arezzo ormai due anni fa. Il rinvio a giudizio è arrivato nelle scorse ore dal giudice per le indagini preliminari. Mugnai era stato accusato dell'omicidio di Gezim Dodoli, il vicino di casa di origini albanesi con il quale i rapporti erano diventati tesi a seguito di diverse discussioni. Fino alla drammatica serata del 5 gennaio 2023: secondo quanto ricostruito, Mugnai si trovava nella sua abitazione insieme alla famiglia, quando intorno alle 20.30 l'immobile avrebbe iniziato a tremare. Dodoli, a bordo di un escavatore, avrebbe inferto una serie di colpi alle auto parcheggiate fuori ed allo stesso edificio, rischiando secondo la difesa di provocarne il crollo con i proprietari al loro interno.
Mugnai avrebbe avvisato le forze dell'ordine e cercato di far ragionare l'ex-amico, prima di aprire il fuoco con un'arma che teneva in casa ed ucciderlo. Inizialmente si ipotizzava anche la legittima difesa e si parlava di archiviazione, prima che il gip riformulasse l'accusa: la prima udienza è stata fissata per il 15 marzo prossimo. "Io non avevo alternativa, abbiamo provato in tutti i modi a farlo smettere - ha dichiarato Mugnai al quotidiano La Nazione, non nascondendo l'amarezza -. Se tornassi indietro? Non lo rifarei, ma così non ci possiamo nemmeno difendere". La decisione del gup Claudio Lara fu di rimandare gli atti alla procura per riformulare il capo di accusa in omicidio. Un caso, quello del delitto di San Polo, che nelle aule di tribunale ha messo (e metterà) al centro della discussione il concetto di legittima difesa e dei suoi limiti.
Ma adesso il processo riparte da zero: la gip Giulia Soldini, ormai due anni fa, riconobbe la legittima difesa quando ordinò la scarcerazione di Mugnai dopo l’arresto da parte dei carabinieri. Di diverso avviso la pm Laura Taddei, titolare dell’inchiesta, che aveva chiesto (e poi ottenuto) anziché l’archiviazione, il processo per l’artigiano per eccesso colposo di legittima difesa. Mugnai aveva optato per il rito abbreviato e l’accusa aveva chiesto 2 anni e 8 mesi: a ottobre ci si aspettava la sentenza. Ma il gup ha deciso diversamente, escludendo la legittima difesa ma rimandando gli atti alla procura per la nuova formulazione in omicidio volontario.
Secondo il giudice Lara non può essere invocata la legittima difesa perché Mugnai “ha accettato la sfida lanciata dal proprio aggressore, innescando una sorta di duello, e comunque avendo reagito in maniera non proporzionata alla situazione di pericolo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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