Paderno, la Mason Family e l'omicidio Lennon: i brani dei Beatles al centro della cronaca nera

Il 17enne che ha confessato la strage di Paderno Dugnano ha citato agli inquirenti una canzone dei Beatles. Non è la prima volta che i Fab Four “toccano” involontariamente una vicenda luttuosa

Paderno, la Mason Family e l'omicidio Lennon: i brani dei Beatles al centro della cronaca nera
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Riccardo C., che ha confessato di aver ucciso i genitori e il fratello 12enne nella strage di Paderno Dugnano, ha spiegato agli inquirenti, tra le altre cose nella sua confessione, di ascoltare musica triste. Viene citato in particolare un brano dei Beatles, “The Long and Winding Road”, che Paul McCartney scrisse parlando di separazione, pensando a una sua ex che viveva in Scozia. In una strofa si legge: “Molte volte sono stato solo e molte volte ho pianto. In ogni caso non si saprà mai tutti i modi in cui ci ho provato”. Riccardo C. ha descritto agli inquirenti un senso di estraneità provato prima di compiere la strage l’1 settembre 2024.

“Helter Skelter”

Il 9 e 10 agosto 1969 a Los Angeles, ci furono due stragi note come il massacro di Cielo Drive e gli omicidi LaBianca: vennero uccisi l’attrice Sharon Tate con i suoi amici e un uomo che aveva fatto visita a un suo dipendente, oltre ai coniugi Leno e Rosemary LaBianca. Per le due stragi furono condannati alcuni membri della Manson Family, in testa il loro guru, Charles Manson, morto in carcere nel 2017.

Manson - che però non è ritenuto da alcuni il vero teorico delle stragi, ma un emarginato maggiormente a proprio agio con la realtà carceraria - aveva un desiderio frustrato di fama artistica: era un musicista che frequentava musicisti, ma non sfondò mai in quel campo. Però sulla musica creò la sua dottrina: basandosi sul brano dei Beatles “Helter Skelter”, teorizzò che alla fine degli anni ’60 ci sarebbe stato un sovvertimento della società e gli afroamericani avrebbero soppiantato i wasp (protestanti anglosassoni bianchi) ai vertici del nuovo mondo.

Il brano in realtà era un’ode al rock e alla psichedelia: utilizzava la similitudine delle montagne russe e poi - come facevano talvolta i Beatles - era presente un accenno a una relazione sentimentale o sessuale. Non si parla quindi nella canzone, secondo alcuni antesignana del genere metal, di nessuna rivoluzione.

“God” e “Imagine”

Uno dei Beatles stessi fu al centro della cronaca nera: John Lennon fu ucciso a colpi di arma da fuoco l’8 dicembre 1980 nei pressi del suo appartamento al Dakota Building a New York. Lo sparatore era Mark David Chapman, precedentemente fan del Fab Four, che confessò di aver agito sugli impulsi legati a un libro da cui era ossessionato - “Il giovane Holden” di J.D. Salinger - e due brani scritti da John Lennon durante la carriera solista.

Il primo era “God”, una canzone in cui Lennon elencava tutto ciò in cui non credeva: religioni (Gesù Cristo, la Bibbia, Buddha, le fedi asiatiche o magiche), la politica (Hitler e Kennedy), i miti della musica (Elvis Presley, Zimmerman ovvero Bob Dylan e i Beatles). Alla fine del brano Lennon scrive di credere solo nel suo amore con Yoko Ono e che “il sogno è finito”, quello di “ieri”, dei Beatles, di quando lui “era il tricheco”, facendo riferimento a due brani dei Beatles, “Yesterday” e “I Am the Walrus”. Sul giudizio relativo alla fede di Lennon, secondo Chapman, aveva avuto un ruolo anche il fatto di aver definito la band, in una celebre intervista, come “più famosa di Gesù”.

L’altro brano è “Imagine”, simbolo della pace per tutte le generazioni post-Beatles, in cui Lennon invita a immaginare un’utopia filocomunista. In un verso si legge: “Immagina che non esista la proprietà”. Per Chapman quel verso sarebbe stato invece il simbolo dell’ipocrisia dell’artista, che invece era ampiamente benestante.

Un incidente stradale mai accaduto

Il 9 novembre 1966, dopo un litigio furioso negli studi di Abbey Road, Paul McCartney si sarebbe allontanato sconvolto con la sua automobile, una Aston Martin, finendo vittima di un incidente stradale. Ma in realtà, a differenza delle vicende sopra descritte, questo non è mai accaduto: si tratta infatti della celeberrima teoria del Pid, ovvero della teoria del complotto sulla morte di Paul McCartney.

Secondo alcuni, i Beatles avrebbero fornito ai fan degli indizi in dischi e canzoni, in modo da farli giungere gradualmente alla verità. Un brano in particolare avrebbe raccontato l’incidente, “A Day in the Life”, in cui si ascoltano i versi: “Si è decapitato nella sua automobile, non si è accorto che le luci erano cambiate (quelle del semaforo, ndr)”.

Perché accennare a una teoria del complotto accanto a reali vicende delittuose? I Beatles sono stati la prima grande band-fenomeno di massa della storia, con un’enorme e varia produzione artistica.

I loro brani sono conosciutissimi in tutto il mondo e, come ognuno sente un verso in base al proprio stato d’animo, può essere comune che i testi vengano riletti a modo proprio dagli individui per tante ragioni diverse. E queste riletture, nella storia, hanno avuto esiti diversi, a volte, come nel caso della teoria del complotto, innocue, altre volte luttuose. Per la legge dei grandi numeri, è qualcosa che può accadere.

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