"È successo che abbiamo fatto. Cioè l'hanno fatto, l'hanno fatto i ragazzi". Lo ha detto al gip Angelo Flores, 22 anni, uno dei sette ragazzi indagati per lo stupro di gruppo avvenuto al Foro Italico di Palermo la notte del 19 luglio. Nel corso dell'interrogatorio di convalida del fermo, a poche ore dalla violenza, il giovane respinge le accuse: "Ero lì. Non stavo facendo assolutamente niente perché sinceramente ero sconvolto. Sette ragazzi sopra una ragazza sinceramente poteva essere anche mia sorella", dice riferendosi alla vittima con cui aveva avuto anche una breve relazione.
"Lei ha detto 'ci mettiamo a bere?'"
Nella versione fornita al gip durante l'interrogatorio di garanzia, Flores sostiene che sia stata la vittima a proporre di bere alcolici. "Eravamo lì, alla Vucciria, che stavamo ballando tranquilli - racconta al magistrato - Già la conoscevo e praticamente lei si avvicina dicendo 'che fai, ci mettiamo a bere?' Beviamo un cocktail, due cicchetti". Poi fa il nome degli altri indagati: "Eravamo io, Barone, Di Trapani ed Arnao. C'erano Cristian Maronia e Samuele La Grassa". La ragazza, invece, racconta che furono gli amici di Flores a farla ubriacare. "Uno di loro disse al barista 'falla bere, ci pensiamo noi'", le parole della vittima messe nero su bianco nella denuncia.
"Io non ho partecipato"
Dagli stralci del verbale, pubblicati in esclusiva da Livesicilia.it, emergono altri dettagli a dir poco agghiaccianti. Il 22enne non solo respinge le accuse ma tenta, come può, di scaricare le colpe sulla 19enne. "Quella sera è stata una cosa sbagliata. - ammette - Io non ho partecipato, gli altri partecipavano". L'orrore condensato in poche righe: "Lei ha cominciato a toccarsi (sic) un pochettino a tutti, che era ubriaca, e diciamo che è successo quello che è successo. - racconta - È successo che abbiamo fatto. Cioè l’hanno fatto, l’hanno fatto i ragazzi. Io ero lì. Non stavo facendo assolutamente niente perché sinceramente ero sconvolto. Sette ragazzi sopra una ragazza". Dichiarazioni che contrastano con il contenuto di alcune intercettazioni. Non sapendo di essere ascoltato, Flores aveva detto: "Eravamo cento cani sopra una gatta". E ancora: "La carne è carne".
"Ho provato ad aiutarla"
Al giudice Flores racconta di ciò che è accaduto dopo lo stupro sostenendo di essersi sincerato delle condizioni della 19enne prima di andare via. "La ragazza si è sentita male e io ho provato ad aiutarla, ho preso il telefonino che le era caduto a terra. Dice che voleva che chiamasse il suo ragazzo. - conferma il 22enne - Gli ho detto 'non posso chiamare il tuo ragazzo perché se sente parlare me quello si incazza con me'". Quindi "si è seduta in una panchina, gli altri se ne sono voluti andare, io ho aspettato altri 5 minuti. Ho detto: 'Ora sei a posto sicuro? Me ne posso andare?'. Lei 'Sì tranquillo'. Me ne sono andato. - aggiunge -Si è fermata la persona, le ha chiesto come stava… poi ci ha denunciati. Io l’ho lasciata sola dopo che tutti l’avevano lasciato sola".
L'incidente probatorio della vittima
La vittima, che da oltre un mese si trova in una struttura protetta, continua a scrivere sui social nonostante sia spesso bersaglio di critiche asperrime e impietose.
"Se sorrido “sto bene”, se piango faccio la vittima, se parlo ciò che dico va contro di me, se mi espongo fingo perché sono una p…", si legge nel suo ultimo post. Il 3 ottobre comparirà davanti al gip del tribunale di Palermo per l'incidente probatorio. Rivedrà gli indagati per la prima volta da quella drammatica notte.
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