Angelo Vassallo, il sindaco pescatore freddato sulla sua auto

Angelo Vassallo venne ucciso con nove proiettili mentre rincasava a bordo della sua auto. Ci sono voluti 14 anni per arrestare i presunti colpevoli

Angelo Vassallo, il sindaco pescatore freddato sulla sua auto
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Ci sono voluti 14 anni per arrivare a una svolta ma la procura di Salerno questa mattina ha dato mandato per l'arresto di quattro persone che, secondo l'accusa, sarebbero coinvolte nell'omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, ucciso il 5 settembre 2010. Sono stati anni di buio, di indagini serrate e di sospetti. C'era chi pensava che gli investigatori si fossero arresi, consegnando questo omicidio alla lunga lista di casi irrisolti del nostro Paese. Invece no e da oggi quattro persone si trovano ristrette nel carcere di Salerno con l'accusa di omicidio volontario in concorso. Si tratta dell'imprenditore Giuseppe Cipriano, del colonnello Fabio Cagnazzo, del carabiniere Lazzaro Cioffi e del collaboratore di giustizia Romolo Ridosso. Cagnazzo e Cipriano sono stati perquisiti a luglio del 2022 e da quel momento si è impressa una svolta decisiva nelle indagini.

L'omicidio

Il 5 settembre 2010, Vassallo stava rincasando a bordo della sua auto Audi A4 B6 Avant, quando venne crivellato di colpi sparati con una pistola calibro 9, mai rirovata. Furono 7 quelli che hanno raggiunto il suo corpo, senza lasciargli la possibilità di salvarsi. L'attacco venne compiuto a distanza ravvicinata, come una vera e propria esecuzione: il sindaco venne costretto a fermarsi da una o due persone che si avvicinarono alla sua auto. Testa, cuore, gola: colpi precisi che lo uccisero sul colpo. Fu il fratello a scoprire il cadavere, esortato alla ricerca da parte della moglie del sindaco, preoccupata del mancato ritorno del marito.

Le indagini

Vassallo di mestiere faceva l'imprenditore ittico ma nel 1995 decise di impegnarsi per il suo territorio in qualità di sindaco e venne eletto per tre mandati. Tutti conoscevano il suo impegno contro la criminalità del territorio, contro l'illegalità, e l'enorme ferocia con la quale i suoi assassini hanno cercato di farlo fuori ha subito instradato le indagini verso gli ambienti malavitosi organizzati. Oltre a spendersi per la tutela ambientale dell'area costiera di Pollica-Acciaroli, rilanciando in turismo in zona, Vassallo si espose in più occasioni contro i traffici di stupefacenti ed è proprio in questo ambiente che sono state immediatamente indirizzate le indagini, insieme all'ambito economico dello sviluppo edilizio.

Gli investigatori ipotizzarono fin dal principio che Vassallo potesse conoscere chi gli ha sparato e dalle prime ore successive alla scoperta del corpo, il procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, non esitò a parlare di "esecuzione camorristica". L'indagine ha dovuto fare i conti fin dalle prime battute con depistaggi e false indicazioni, che portarono anche all'iscrizione nel registro degli indagati di alcuni militari dell'Arma, la cui posizione venne poi archiviata. Il colonnello Cagnazzo risulta indagato da oltre due anni: al tempo era in servizio a Castello di Cisterna ma si trovava in vacanza ad Acciaroli quando venne ucciso il sindaco. Oggi è in pensione.

Stando a quanto emerso dalle indagini, Cagnazzo avrebbe acquisito alcuni video ripresi dalle videocamere di sorveglianza del porto di Acciaroli subito dopo il delitto. Sostenne di averlo fatto per salvaguardare le indagini ma la sua versione non è stata credibile.

Lazzaro Cioffi, invece, nel 2022 è stato condannato in primo grado per i suoi rapporti con i trafficanti di droga del Parco Verde di Caivano e quando avvenne l'omicidio era alle dirette dipendenze di Cagnazzo a Castello di Cisterna, a capo della squadra speciale che lavorava sulle principali indagini di camorra del napoletano.

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