"Partecipò alle torture". Indagata anche la 17enne per la strage di Palermo

Secondo il procuratore di Termini Imerese, nel mese precedente al massacro di Palermo vi è stata un'escalation dalle violenze psicologiche a quelle fisiche, a cui avrebbe preso parte anche la figlia 17enne risparmiata da Barreca

"Partecipò alle torture". Indagata anche la 17enne per la strage di Palermo
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Un orrore durato 30 giorni, fino al suo macabro epilogo. Secondo il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, le torture in casa di Giovanni Barreca andavano avanti da circa un mese e il “rito di purificazione” che avrebbe dovuto liberare l’abitazione dalla presenza del diavolo avrebbe visto la partecipazione attiva dei due figli maggiori dell’imbianchino, il 16enne Kevin e la sorella maggiore, l’unica sopravvissuta alla strage e ora ufficialmente indagata per concorso in omicidio.

Sembra che la partecipazione alle torture fosse corale”, ha affermato Cartosio in conferenza stampa, escludendo solo la moglie di Barreca, Antonella Salamone, e il piccolo Emmanuel di cinque anni. Il procuratore ha anche sottolineato che vi è stata un’escalation dalla violenza psicologica a quella fisica e che l’esorcismo conclusosi nella strage è stato un “rito collettivo”, dove tutti erano in preda a un “delirio mistico”. Pare che i due complici di Barreca, Sabrina Fida e Massimo Caradente, avessero convinto l’uomo e i due figli maggiori che la casa e la famiglia erano state possedute da Satana e che solo il dolore avrebbe potuto liberarle. Proprio a loro la 17enne sopravvissuta aveva attribuito un ruolo preminente nella strage durante gli interrogatori. La sua posizione, però, sembra ora essere cambiata. “La ragazza è stata coinvolta in questa situazione di parossismo religioso”, ha affermato Cartosio. “Ha partecipato a una serie di riti che sono state torture sulla madre e sui fratelli”. Inizialmente si era ipotizzato che la ragazza, definita da amici e familiari come la prediletta del padre, avesse partecipato a queste pratiche religiose sotto effetto di sostanze. Per quanto riguarda Kevin, pare che abbia preso parte solamente all’esorcismo dell’11 febbraio, terminato nel massacro. Queste rivelazioni hanno ulteriormente complicato un quadro in cui i punti oscuri sono ancora molti.

Gli inquirenti, infatti, stanno seguendo la pista della setta. Poco prima della strage, il figlio 16enne di Barreca ha inviato dei messaggi ad un compagno di scuola, raccontando della presenza di due persone in casa, Fina e Caradente, che si facevano chiamare “fratelli di Dio”. Potrebbe essere il nome del gruppo a cui i due e Barreca erano affiliati. Il procuratore Cartosio, inoltre, ha anche affermato che gli investigatori stanno valutando la possibile presenza di altri complici.

"Se dietro ai protagonisti di questa vicenda ci sono altri soggetti e scenari? Forse sì”, ha dichiarato durante la conferenza stampa. “Cercheremo di capirlo e speriamo di avere l'appoggio delle altre sedi giudiziarie e delle altre istituzioni".

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