Nell'elencare ieri gli annunci che Conte e il suo governo si sono dovuti rimangiare (dal no Tav al no Mes e no Benetton nelle autostrade) mi sono scordato quello sulla diminuzione dell'Iva, un colpo di teatro che il premier aveva annunciato solo dieci giorni fa. Chiedo scusa della svista, o forse immaginavo che almeno un impegno venisse mantenuto.
Invece niente, ieri Conte anche su questo ha fatto retromarcia e ha candidamente ammesso che non ci sarà alcuna diminuzione della tassa sui consumi.
Ma anche sulle altre imposte non c'è da stare allegri e una data si avvicina ineluttabile. È quella del 16 settembre, giorno in cui alle scadenze fiscali ordinarie, come ad esempio l'anticipo dei versamenti Iva, si aggiungerà così stabilisce l'ultimo decreto - il pagamento di tutte le tasse sospese a maggio e giugno per via dell'emergenza Coronavirus. Un ingorgo fiscale che per famiglie, imprese e liberi professionisti sarà come il D-Day, il giorno della vita o della morte, come accadde alle truppe alleate che sbarcarono sulle spiagge della Normandia per liberare l'Europa dal nazismo.
Gli ultimi indicatori economici, freschi di ore, non lasciano dubbi: saranno pochi gli italiani in grado di uscire vivi dalla spiaggia del 16 settembre, con l'aggravante che ad aspettarli con la mitragliatrice spianata per sparare loro addosso non ci sarà una divisa nemica, ma il loro comandante in capo (Conte) e i loro generali (il governo). I quali, per complicare la vita ai contribuenti, hanno appena emesso una circolare di 411 pagine che spiega come fare fronte a questa scadenza per non cadere in errori formali che potrebbero costare al contribuente contestazioni e sanzioni.
Quindi non soltanto le tasse non si abbassano, ma il governo le esige tutte e subito. Chi in questi ultimi mesi non ha lavorato, e quindi non ha avuto entrate, si arrangi: ha due mesi di tempo per trovare i soldi (dove e come non importa) e pagare saldi e acconti.
Se nulla di nuovo accade, il 16 settembre «l'avvocato del popolo» così si è definito Conte al suo apparire sulla scena - diventerà il «becchino del popolo», e i grillini potranno finalmente dire di aver abbattuto la casta.Sì, la casta dei cittadini italiani.
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