"Abbiamo l'infame". L'incubo del poliziotto finisce in tv

Un atleta della polizia penitenziaria è stato oggetto di minacce dopo essere stato scambiato per il poliziotto in borghese di cui parlava Lamorgese

"Abbiamo l'infame". L'incubo del poliziotto finisce in tv

Un campione di judo minacciato e insultato via social perché scambiato per un poliziotto in borghese apparso in un video virale della manifestazione del 9 ottobre a Roma. L’atleta Stefano Pressello, che fa parte della polizia penitenziaria, è stato ospite a “Chi l’ha visto?” per raccontare l’accaduto.

Il filmato virale

È il 9 ottobre scorso: a Roma c’è una manifestazione contro il green pass. Tra i filmati delle proteste, fa il giro dei social network uno in particolare: ritrae un uomo con una t-shirt bianca nell’atto di picchiare un manifestante a terra. Intorno ai due diversi poliziotti in tenuta anti-sommossa che separano i due.

L’uomo con la t-shirt bianca è in realtà un poliziotto in borghese, che tra l’altro si è autosegnalato e quindi la sua posizione sarà rimessa all’autorità giudiziaria. Il poliziotto in borghese è lo stesso cui ha fatto riferimento il ministro Luciana Lamorgese, dicendo che l’uomo stesse “verificando la forza ondulatoria” di un mezzo delle forze dell’ordine che alcuni manifestanti cercavano di ribaltare.

Lo scambio di persona

Sui social tuttavia, come è accaduto altre volte in passato, è avvenuto un grave scambio di persona e tutta la rabbia innescata da questo video è stata riversata su Pressello, assistente capo di polizia penitenziaria e campione di judo appunto, per via di una vaghissima presunta somiglianza con il poliziotto ritratto nel filmato della manifestazione.

Il lunedì successivo alla manifestazione ricevo una telefonata da un mio collega - ha spiegato l’atleta - Sono venuto al corrente di un messaggio WhatsApp che gira, indirizzato presumibilmente al vicequestore della Polizia di Stato, in cui viene comunicato il mio nome. Dopo di che iniziano insulti e minacce sui social”.

Pressello ha ricevuto immediatamente la solidarietà dal suo capo dipartimento e ha deciso di sporgere 4 denunce distinte, tra i messaggi più gravi ricevuti. Quella di cui è stato oggetto il judoka è stata un’escalation dell’odio.

Abbiamo trovato il cane poliziotto infame di Roma - si legge in un commento social - che pestava indistintamente tutti i manifestanti anche donne e anziane alla manifestazione no green pass! Che è l’artefice della distruzione della sede nella Cgil traditrice del popolo italiano lavoratore”. E poi viene diffuso un post con la foto di Pressello relativa a una sua vittoria nello sport raccontata sul periodico della polizia penitenziaria con la didascalia: “Se fosse lui e io fossi sua madre, moglie o figlia, non avrei più figlio, marito o padre… Per me sarebbe polvere”.

E infine, per comprendere il tenore dei messaggi ricevuti dall’atleta: “E ti smerd***** per tutto il mondo. Tutti sapranno che m**** che sei e che m**** sei stato. Spero che tu ti sia divertito maestro di questo grandissimo ceppo di c**** e tranquillo non toccherò nessun tuo familiare, solo te, vogliamo solo te”.

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