Il caso Ciro Grillo si tradurrà in una battaglia legale tra testimonianze, intercettazioni e chat. Da una parte Silvia (nome di fantasia) denuncia di essere stata stuprata dal figlio del garante del Movimento 5 Stelle e dai suoi tre amici genovesi; dall'altra i quattro ragazzi parlano di sesso consenziente. Qual è la vera versione dei fatti? Violenza sessuale o rapporti consapevoli?
Nel frattempo è arrivata una decisione che segna un punto importante nella vicenda: il gup di Tempio Pausania ha deciso il rinvio a giudizio e dunque il gruppetto andrà a processo con l'accusa di violenza sessuale di gruppo. L'avvocato Giulia Bongiorno, che difende la studentessa italo-norvegese, ha parlato di "scatola nera". Un'importante "arma" che potrebbe pesare in un processo che si prospetta piuttosto animato.
La "scatola nera"
La Bongiorno ha fatto sapere che con il termine "scatola nera" si fa riferimento a tutte quelle intercettazioni e quelle chat a disposizione, "come quelle della mia assistita nella stessa notte dello stupro". Il tutto, sempre secondo l'avvocato che difende Silvia, è affiancato da "tanti riscontri contro gli imputati". La Bongiorno ha puntato il suo intervento proprio sulla "scatola nera" e, parlando con i giornalisti, ha voluto ricordare che "la Cassazione ritiene che le dichiarazioni della persona offesa di un delitto di violenza sessuale, dopo la verifica della credibilità, costituiscono di per sé prova per una condanna".
Le intercettazioni
Durante il processo potrebbero assumere particolare valore alcune intercettazioni che sono state fatte ascoltare a Quarto grado, programma in onda su Rete 4. Una di queste riguarda il vocale che Silvia ha inviato a un'amica in Norvegia. Parole da cui affiorerebbero anche dei sensi di colpa per ciò che è accaduto, per cui bisognerà vedere quale sarà l'effettiva interpretazione che ne sarà data. "Non so se fosse colpa mia o no quella notte, giuro che è stato così difficile evitarlo. È stupido da dire e probabilmente non mi crederai, non so. Qualcuno probabilmente non mi crede, ma è stato così difficile fermare chiunque, altrimenti non l’avrei mai fatto", sarebbero state le sue parole.
"La ragazza messa sotto accusa"
A questo però si aggiunge anche un fattore umano. La Bongiorno ha usato infatti parole fortissime per sferrare un'accusa pesante: "Forse mai ho assistito a questa volontà di sgretolare atti che hanno un significato ben preciso". Ha parlato di "accanimento" nei confronti della ragazza che ha denunciato il presunto stupro, che è stata "messa sotto accusa". Una precisazione però è doverosa: l'avvocato ha specificato di non riferirsi ai difensori, ma a quanto letto sui giornali.
Per Silvia non è affatto facile ritrovare la serenità totale nella vita quotidiana, visto che ormai il caso è diventato mediatico: "Per la mia assistita è pesantissimo quello che sta subendo perché deve tenere la tv spenta". La Bongiorno ha denunciato il fatto che sarebbero state diffuse le sue generalità, i suoi dati anagrafici, identificata pure con il cognome.
E si è detta "stufa" di leggere "piccoli pezzettini di atti isolati", ma al tempo stesso fa notare che oggi il gup "ha dato una risposta a quasta frammentazione di materiale probatorio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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