Ciro Grillo & Co.: chi sono i ragazzi accusati di violenza sessuale

Ciro Grillo e gli amici sono stati rinviati a giudizio. I quattro ragazzi genovesi sono accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una 19enne

Ciro Grillo & Co.: chi sono i ragazzi accusati di violenza sessuale

Il giorno del verdetto è arrivato. Il gup di Tempio Pausania Caterina Interlandi ha deciso di rinviare a giudizio Ciro Grillo e i suoi amici - Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta - per il presunto episodio di violenza sessuale di gruppo, aggravato dal consumo di sostanze alcoliche, ai danni della 19enne italo-norvegese che nell'estate del 2019 denunciò i quattro ragazzi genovesi per stupro.

A fronte dell'esito dell'udienza preliminare, ricostruiamo le circostanze della vicenda in riferimento ai verbali degli indagati sul racconto di quella notte turbolenta a Cala di Volpe, in Sardegna.

I fatti in sintesi

La storia è ormai nota alle cronache. È il 17 luglio del 2019. Silvia e la sua amica Roberta (nomi di fantasia) conoscono la comitiva dei genovesi durante una serata al Billionaire, noto locale della Costa Smeralda. Attorno alle 5 del mattino le due ragazze decidono di ritornare al bed & breakfast dove alloggiano durante quei giorni di vacanza ma, per via dell'ora tarda, non riescono a prenotare un taxi. A quel punto Ciro Grillo e gli amici invitano entrambe per "una spaghettata" nella casa che hanno preso nel resort sardo al Pevero, accanto alla villa di Grillo senior, con la promessa che poi le avrebbero accompagnate in albergo. Le ragazze accettano l'invito. Da quel momento è un susseguirsi di racconti discordanti su circostanze di sesso promiscuo su cui grava l'ipotesi di reato per violenza sessuale di gruppo. In mezzo a tutto questo, c'è uno scambio di video e chat ancora da chiarire.

La versione di Silvia

Partiamo dal racconto di Silvia che, otto giorni dopo l'accaduto, decide di denunciare i quattro ragazzi genovesi per violenza sessuale. Stando al racconto della giovane, il primo ad abusare di lei sarebbe stato Francesco Corsiglia. Dopo la spaghettata sul patio, pressappoco alle 6 del mattino, Silvia si sarebbe ritirata in camera da letto. Corsiglia l'avrebbe raggiunta: "Mi ha spinta a letto e si è buttato su di me – racconta la ragazza ai magistrati di Tempio Pausania, il procuratore capo Gregorio Capasso e il sostituto Laura Bassani, nella convocazione del 17 febbraio 2020 – Continuava a spingermi. In quel momento io mi ribellavo e cercavo di andarmene". Poi il ragazzo l'avrebbe "spinta" nel box doccia, in bagno, dove avrebbe tentato un nuovo approccio sessuale. La giovane avrebbe voluto opporre resistenza "ma non riuscivo a gridare", spiega ai magistrati.

"Corsiglia mi ha lanciato il suo asciugamano, come se fossi una spazzatura – ricorda la 19enne – E allora sono scoppiata a piangere. Altri due ragazzi sono entrati in bagno e mi continuavano a dire 'perché stai piangendo, cosa è successo?'". In lacrime, la ragazza sarebbe andata dalla sua amica Roberta - che intanto riposava sul divano - per chiederle di andare via ma la giovane avrebbe fatto spallucce sopraffatta dal sonno. A quel punto Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta "per distrarmi mi hanno offerto da bere, mi hanno tenuto la testa e fatto bere metà bottiglia di vodka - racconta ancora Silvia - La mia testa ha iniziato a girare, ma ero abbastanza lucida ancora. Mi hanno accompagnato in una stanza, mi hanno detto che potevo dormire lì, che potevo stare tranquilla".

E invece, attorno alle 9 del mattino, si sarebbe consumata la presunta violenza di gruppo. "Sentivo che si davano il 'passaggio' e dicevano 'ehi dai, fai veloce che tocca a me' e cose del genere. Io non riuscivo più a gridare, non sentivo più la forza nel corpo. Ero distrutta. Dopo non so, ho visto nero.- conclude Silvia – Non so più cosa sia successo. Mi sono risvegliata in un altro letto, in un'altra stanza". Il presunto rapporto, o presunto stupro, secondo le versioni, è stato filmato con lo smartphone di uno dei ragazzi indagati e per ben 21 mesi è stato oggetto d'indagine da parte degli investigatori.

La difesa di Francesco Corsiglia

Francesco Corsiglia sarebbe stato dunque il primo della comitiva ad approcciare con Silvia poi si è ritirato in camera a dormire. Il ragazzo si è difeso dall'accusa di stupro sostenendo che tra lui e la 19enne italo-norvegese ci fosse del feeling. "Con lei l'intesa era cominciata in taxi. Poi ho avuto l'impressione che non fosse soddisfatta della mia prestazione, avrebbe voluto durasse di più - racconta nel corso dell'interrogatorio dello scorso maggio - Il rapporto sotto la doccia era durato solo tre minuti e io non avevo avuto un'erezione completa. Ero in imbarazzo. Tutti insieme mi avevano preso in giro per questo". Più tardi, pressappoco alle 7.15, sarebbe stato svegliato da Ciro Grillo: "Mi hanno fatto cambiare stanza - ripercorre quel frangente Corsiglia - Quando mi sono svegliato lui mi ha detto testualmente: 'Ce la siamo tromb... tutti e tre'".

Il racconto di Ciro Grillo

Uno dei "nomi caldi" attorno a cui ruota l'inchiesta per violenza sessuale di gruppo è quello di Ciro Grillo. La linea difensiva scelta dal ragazzo, all'epoca dei fatti contestati dalla Procura di Tempio Pausania 20enne, tende a ridimensionare la vicenda. Seppur abbia ammesso che la situazione avesse preso una piega inaspettata – "Forse siamo andati un po' più in là, doveva essere un gioco", precisa – nega che Silvia sia stata costretta a bere vodka.

"La mattina del 17 luglio 2019 eravamo nel patio io, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta assieme a Silvia. Silvia ha bevuto qualche sorso di vodka, da sola e senza che nessuno di noi la costringesse – racconta nel corso dell'interrogatorio - Dopo la vodka ricordo che abbiamo parlato in modo scherzoso del rapporto sessuale che lei aveva appena avuto con Francesco Corsiglia e parlando lei ci ha lasciato intendere che era meglio una cosa con tre piuttosto che con uno solo". Poi il racconto dei minuti successivi e i dettagli di quello che, all'unisono, i ragazzi descrivono come "rapporto consensuale". La difesa di Grillo Jr, assistito dal cugino Enrico Grillo, quindi parla di "qualche sorso di vodka" bevuto volontariamente dalla ragazza, non "mezza bottiglia" fatta bere a forza (come racconta Silvia) e neanche di "un quarto di bottiglia per sfida", come ha detto Lauria nel corso di un'intervista al programma televisivo "Non è l’Arena".

Il verbale di Vittorio Lauria

Vittoria Lauria è l'altro ragazzo indagato per violenza sessuale di gruppo. Così come il resto della comitiva, nell'interrogatorio del 5 settembre scorso, fornisce una versione dei fatti diametralmente opposta alla presunta vittima. Il suo racconto prende il via dalla serata al Billionaire. "Dopo aver preso un tavolo ed esserci incontrati con altre persone, di cui alcuni amici di Ciro, abbiamo consumato tutti insieme due bottiglie, una di vodka e una di spumante – riferisce Lauria ai magistrati - Eravamo circa 11 o 12 persone comprese S. e R. che conoscevo in quell'occasione. Con le medesime non ho avuto particolare modo di interloquire durante la serata. Vidi S. e Ciro baciarsi in discoteca".

Poi, il racconto prosegue con alcuni dettagli relativi alla presunta intesa tra Francesco Corsiglia e Silvia, del rapporto sessuale consumatosi tra i due, fino al momento in cui il gruppetto – con anche la ragazza – decide di bere l'avanzo di vodka mescolato a limonata della sera prima. "Prima l'ha sorseggiata Edoardo, poi l'ho assaggiata io e l'ho ritenuta imbevibile, S. ne ha bevuto più di noi, meno di un quarto di litro [...] - precisa Lauria - Lei era seduta alla mia sinistra con una gamba accavallata sulle mie e mi disse: 'Dammi che vi faccio vedere che ne bevo di più'. Dopo questo lei disse: 'Andiamo a dormire'[...]. E noi l' abbiamo seguita dopo circa un minuto, ritenendo che il suo fosse un invito a seguirla".

Cruciale nella lunga e corposa testimonianza resa agli inquirenti è il punto in cui il ragazzo descrive le riprese video del rapporto sessuale di gruppo (a esclusione di Corsiglia). "Durante i rapporti sessuali abbiamo girato un video, in particolare lo ha fatto Edoardo, al quale, nei giorni successivi, chiesi di non farlo vedere a nessuno, né inviarlo ad alcuno, perché sono fidanzato - conferma il giovane - Non penso che Edoardo abbia mostrato in giro il video. S. non si è accorta di essere ripresa perché in quel momento era girata di spalle". A Vittorio Lauria e Ciro Grillo i magistrati di Tempio Pausania contestano anche di essersi fatti fotografare in piedi "con il pene in prossimità del viso" di Roberta, l'amica di Silvia, che intanto dormiva sul divano.

Le chat di Edoardo Capitta

Sesso promiscuo (con consenso da accertare) ma anche video e foto finite sul gruppo WhatsApp "Official Mostri" dove Ciro e i suoi amici si vantano della "notte brava" a Cala di Volpe. È il 17 luglio del 2019 quando, dopo aver riaccompagnato Silvia e Roberta ad Arzachena, pressappoco alle 14.45, i ragazzi cominciano a chattare con gli amici lontani. Il più attivo del gruppo è Edoardo Capitta che, in una chat registrata con lo pseudonimo "Capi" scrive a un amico: "No, non puoi capire"; "Cosa?" chiede l'altro. "No... 3 vs 1 stanotte, lascia stare". "Spiega meglio" insiste l' amico. "No, no, sì, poi ti farò vedere". "Ma con una tipa?"; "Ma no, guarda... ero ubriaco marcio. Frate te lo giuro". "Ma chi eravate? Te, Corsi e Ciro?". Risponde Capitta: "3 vs 1, ovvio. Ma io veramente alle dieci del mattino ero ubriaco marcio... bevuto beverone alle nove".

Secondo l'accusa, questo passaggio della conversazione tra Capitta e il suo amico (estraneo alla vicenda), lascerebbe intendere che quella notte a Cala di Volpe non c'è stato "sesso consensuale" ma di "violenza sessuale". E a proposito del presunto rapporto promiscuo, Capitta racconta: "Non so come siamo finiti in camera da letto, lei ci disse che non aveva mai avuto un rapporto a quattro. Io per pudore mi preoccupavo del fatto che ci fossero la finestra e le tende aperte e che qualche vicino ci potesse vedere, in particolare la mamma di Ciro, che alloggiava a fianco. Silvia aveva un comportamento attivo e ci faceva richieste". Dopo il rapporto di gruppo, Capitta e Silvia si sarebbero appartati da soli in un'altra camera: "Dopo pochi minuti decidevo di non proseguire, non mi piaceva la situazione. Le dicevo che volevo smettere e andare a dormire. Lei non diceva nulla. Io sono andato a dormire nell'altra camera. Lei e Ciro lì hanno avuto un ulteriore rapporto".

Il rinvio a processo

Il gup di Tempio Pausania, Caterina Interlandi ha deciso di rinviare a giudizio Ciro Grillo e i suoi amici con l'ipotesi di reato per violenza sessuale di gruppo. Agli atti della Procura, oltre ai verbali di Roberta (l'amica di Silvia) e la testimonianza della moglie di Grillo senior, Parvin Tadjk, le trascrizioni per esteso delle conversazioni intercorse tra gli amici nelle settimane successive alla "notte incriminata". Sullo sfondo c'è anche l'ipotesi della droga dello stupro perché, secondo il medico legale Enrico Marinelli "in linea puramente teorica non è da escludere l'uso di sostanze di questo tipo, prima o in associazione con l'alcol".

A latere della vicenda ci sono poi i genitori, più o meno famosi, dei ragazzi coinvolti. Monta la rabbia del papà di Roberta: "Hanno esibito il corpo di mia figlia come un trofeo", dice a proposito del video relativo al presunto stupro.

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