Abusi sui minori, il Papa non molla sul segreto confessionale

Bergoglio non romperà il "sigillo" che vincola i sacerdoti al segreto nella e della confessione. La richiesta che arriva dalla Francia è stata respinta

Abusi sui minori, il Papa non molla sul segreto confessionale

Papa Francesco non ha intenzione di modificare il sacramento della confessione rendendolo pubblico. Anche perché significherebbe procedere con una sorta di abolizione del segreto confessionale. Una rivoluzione dottrinale che il primo Papa gesuita non vuole assecondare.

Neppure quando le confessioni possono riguardare casi di abuso ai danni di minori o di adulti vulnerabili: l'ex arcivescovo di Buenos Aires è intransigente sulla confessione come sugli altri sacramenti. La questione è d'attualità da qualche tempo, con l'Australia che ha fatto più volte da apripista, in specie con continue richieste volte a far sì che quanto rivelato in sede confessionale divenisse di pubblico dominio. E questo è vero almeno nel caso in cui i contenuti fossero rilevanti in sede inchiestistica o comunque giudiziaria. .

Ora ci si è messa pure la Francia, nazione da cui è emerso di recente un dossier che parla di migliaia e migliaia di vittime di pedofilia. Trattasi di cifre tanto dramamtiche quanto pesanti che interesserebbero, da un punto di vista temporale, un periodo di tempo molto amplio. E anche da Oltralpe pressano affinché dal Vaticano intervenissero sulla segretezza del sacramento. Ma dalla Santa Sede hanno già fatto sapere la risposta, che è un chiaro e deciso "no". Pure altre nazioni, a dire il vero, si sono mosse nella stessa direzione australiana e francese. Per quel che riguarda i transalpini, risulterebbe qualche apertura persino nell'equivalente della nostra Cei.

Insomma, tra le sfide che la Chiesa cattolica deve affrontare con la modernità c'è anche questa di un "attacco" al segreto confessionale, che tuttavia per Jorge Mario Bergoglio non può essere destrutturato in nessuna misura ed in nessuna maniera. A rivelare quale sia il pensiero del pontefice argentino sul punto, ci ha pensato un articolo pubblicato qualche giorno fa su Il Messaggero. Un pezzo in cui si legge che Francesco, in un summit con alcuni suoi ristretti e fidati collaboratori, ha detto quanto segue: "Il sigillo del sacramento della confessione è sacro e inviolabile. Un punto che rimarrà fermo e irrinunciabile; per difenderlo sono disposto a metterci tutto il mio peso magisteriale".

Le barricate, quindi, pur di evitare che un sacramento muti nella sua sostanza. E un altro segnal tangibile e per chi non smette di parlare di Bergoglio alla stregua di un "Papa della rivoluzione" e così via. La verità è che, con Francesco, la dottrina non ha subito cambiamenti epocali. Sì, c'è stata qualche apertura come nel caso dell'esortazione apostolica Amoris Laetitia, ma niente più o quasi. Di sicuro le fondamente della Chiesa cattolica e della sua dottrina sono rimaste tali. Gli ambienti progressisti, e anche qualche Stato nella sua tipica laicità, spingono per riforme complessive, come questa del sacramento della confessione, ma di stravolgimenti non c'è traccia.

Il che è stato vero anche per le "sacerdotesse", per i "viri probati" e persino per alcune ipotesi ventilate da qualche cardinale, come la Messa ecumenica con i fedeli di religione protestante.

Non sarà questo il pontificato in cui il progressismo riuscirà ad avere la meglio, facendo della Chiesa cattolica una sorta di Ong, così come vanno denunciando i tradizionalisti ed i conservatori.

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