Le mascherine non ci sono? Le compra il sindaco per tutti

A fare da postini i volontari della protezione civile, che bussano, casa per casa, per consegnarle

Le mascherine non ci sono? Le compra il sindaco per tutti

Ha acquistato duemila mascherine protettive con filtro e di tipo chirurgico per distribuirle nel suo Comune. Il sindaco di Parete Gino Pellegrino, piccolo centro del Casertano, ha deciso di muoversi in prima persona e ha dotato i suoi concittadini di uno strumento di protezione per contrastare il contagio da Coronavirus. Le mascherine sono state consegnate ai medici di famiglia, alle forze dell’ordine e quelle chirurgiche ai residenti. A fare da postini i volontari della protezione civile, che bussano, casa per casa, per consegnarle.

“Tra pochi giorni – ha detto il primo cittadino al Corriere del Mezzogiorno – ne arriveranno altre 5mila, che continueremo a consegnare ai cittadini. I medici di base sono allo sbando. Sono stati lasciati soli al loro destino e noi dobbiamo intervenire”. In città un dottore è risultato positivo al tampone e la sua famiglia e le altre persone che sono entrate in contatto con lui sono in quarantena.

Il sindaco, oltre a preoccuparsi della salute dei suoi concittadini fornendo loro gratuitamente le mascherine, usa anche il pugno duro per evitare il propagarsi dei contagi. Pellegrino ha predisposto una ronda in paese, organizzando turni di sorveglianza per strada, affinché nessuno lasci la propria abitazione. Intanto in Campania il governatore Vincenzo De Luca ha annunciato questa mattina la sua volontà di procedere alla “serrata”, tra le 18 e le sei del mattino, al servizio di consegna a domicilio.

Il presidente della Regione Campania, intervistato da Radio Crc, ha anche dichiarato che il provvedimento sarà emanato a strettissimo giro, entro la mattinata. Per Vincenzo De Luca: “Le mezze misure non servono: bisogna prendere misure rigorose”. Un concetto, questo, che il governatore campano aveva già affermato ieri sera al programma Cartabianca di Bianca Berlinguer, su Rai Tre, dove – dopo aver resi noti i dati dell’emergenza in Regione (147 contagi, 44 pazienti in terapia intensiva di cui dieci intubati) aveva affermato: “La nostra preoccupazione è la grande incognita dei nostri concittadini venuti dal Nord. Abbiamo identificato solo 1733 persone che risultano in isolamento domiciliare controllato, poi ci sono altre migliaia di persone che non lo sono. Indispensabile è spiegare ai cittadini che con queste misure di emergenze si sta facendo tentativo disperato per tentare che contagio diventi incontrollabile in Italia”.

Perciò De Luca ha spiegato che se prima si poteva lavorare sulla prevenzione ricostruendo la catena dei contatti dei singoli casi, oggi la situazione è cambiata: “Quando i numeri

diventano enormi, la prevenzione individuale non è più possibile ma l'unico metodo possibile è un criterio di prevenzione generalizzato, da qui ovviamente la chiusura di bar e ristorante, l’invito a restare a casa”.

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