Dai grandi patrimoni al data storage. È il destino della Svizzera, che innanzi all’erosione delle leggi sul segreto bancario si sveste della carica di banca del mondo e si reinventa cassaforte anti spionaggio e anti hackeraggio.
Il Paese rimarrà dunque rifugio sicuro, diventando però banca dati e facendosi garante, così, di capitali ugualmente preziosi. Infatti, come racconta l’Agence France Press, multinazionali e aziende vivono la psicosi (peraltro fondata) di furti informatici. E qui ci pensano gli svizzeri, maestri di sicurezza e privacy.
“L'archiviazione dei dati è il nuovo Eldorado per la Svizzera. Stiamo vivendo un vero e proprio boom” dichiara Franz Grueter, amministratore delegato di Green.ch, colosso del data storage. L’ad aggiunge: “In risposta allo spionaggio, i clienti hanno bisogno di fiducia, riservatezza, affidabilità e stabilità. Tutte caratteristiche della Svizzera”.
E negli ultimi cinque anni la Federazione – fiutando l’opportunità e i susseguenti ricavi – ha promosso lo sviluppo dello stoccaggio dati, finanziando le aziende del settore con 1 miliardo di franchi. Inoltre la legislazione elvetica, in materia di privacy e sicurezza dei dati sensibili, è una delle più rigide al mondo.
A far da eco a Green.ch troviamo Multiven, società nata nella Silicon Valley e trasferitasi sulle Alpi nel 2009.
Queste le parole all’AFP del numero uno Deka Yussuf: “Siamo venuti per anticipare e gettare le basi di questa nuova frontiera. Prevediamo un futuro in cui individui, imprese e organizzazioni di tutto il mondo proveranno a conservare la propria ricchezza digitale”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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