Il Tribunale di Monza lo aveva tolto alla madre per "rischio psico-evolutivo" e affidato al padre. Ora il bimbo di 5 anni si trova in prognosi riservata all'ospedale di Bergamo per una infezione ignorata.
Dopo una lunga battaglia per l'affido del figlio, lo scorso ottobre il piccolo era stato tolto alla sua mamma. Come spiega il Giorno, il giudice si era basato sulle conclusioni della consulenza psicologica d'ufficio, secondo cui il rischio per il piccolo viene dai comportamenti della madre "che sottendono un radicato convincimento della pericolosità e nocività della figura paterna" e "rappresentano un pregiudizio e un rischio evolutivo significativo sui processi maturativi" del bambino, "che appare esposto allo sviluppo di una rappresentazione maschile dannosa". Ma la donna non si era data per vinta. Dopo alcuni mesi ha presentato una consulenza di parte e diverse foto per dimostrare le condizioni del figlio in casa paterna e chiedere l'affido del bambino.
"Il piccolo versava in uno stato di incuria e malnutrizione da fare pena – ha spiegato al quotidiano l’avvocato della donna –. Da quanto era sporco aveva le croste sul collo e aveva sviluppato infezioni da funghi alle mani e ai piedini; un vistoso eritema ai glutei era dovuto invece all'assenza di igiene anche della biancheria. Il bambino continuava, poi, a perdere peso. Era da mesi che segnalavamo lo stato di pericolo in cui si trovava, a causa dell’incuria e della decisione di allontanarlo dalla mamma per affidarlo al padre che vive in un paesino di montagna". E così mentre la donna attende l'udienza fissata per fine marzo, il piccolo continua a vivere in condizioni precarie. Pochi giorni fa, la corsa al pronto soccorso.
Lì i medici hanno potuto constatare la gravità del caso e hanno subito ricoverato il piccolo. Ora il bambino si trova in prognosi riservata con il corpo semiparalizzato "per una probabile lesione al cervello, causata probabilmente dalla febbre alta non curata, per la trascuratezza, dopo un'infezione". "La mamma si era accorta che aveva la febbre a 40 e aveva chiesto al padre di portarlo dal medico, ma lui non le aveva nemmeno risposto.
Adesso un innocente bambino giace in un letto d’ospedale privo della capacità di parlare e di muoversi", ha tuonato l'avvocato che ha poi puntato il dito contro il giudice: "Sapeva e lo riteniamo responsabile. Sapeva dell’incuria, della malnutrizione, della sporcizia, di quelli che sono dei veri e propri maltrattamenti". Il caso in un'interrogazione parlamentare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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