Affidi illeciti, la preghiera di Natale dei genitori: "Gesù riportaci i nostri figli"

In Piemonte, la regione record per allontanamento di minori, l'iniziativa di Natale per denunciare presunti affidi illeciti e abusi nelle comunità. Sui casi indaga una commissione regionale

Affidi illeciti, la preghiera di Natale dei genitori: "Gesù riportaci i nostri figli"

Ci sono case dove il Natale non è mai arrivato. Sono le case senza bimbi, quelle dove gli abeti sono sguarniti di doni. Le case dei genitori che stanno risalendo la china più dura: riabbracciare i propri figli. Chi associa lo scandalo sui presunti affidi illeciti a Bibbiano sbaglia. Bibbiano non è solo quel luogo fisico diventato tristemente famoso in seguito all’inchiesta Angeli e Demoni. Bibbiano è ovunque una famiglia denunci l’ingiusto allontanamento dei figli. Proprio come accade a Torino, dove il network "No alla violenza sui bambini" ha raccolto decine di segnalazioni.

Storie sottotaciute che da questa mattina adornano simbolicamente l’albero di Natale della stazione Porta Nuova con foto, disegni e lettere dei bimbi sottratti. Lo straziante messaggio associato all’iniziativa è: “Gesù Bambino riportaci i nostri figli”. A fornire il materiale ai volontari di "No alla violenza sui bambini" sono stati gli stessi genitori. “L’idea è partita da loro, noi gli abbiamo solo dato una mano a realizzarla, perché - ci spiega Barbara Scaglia, che ha curato il progetto - questo è il periodo dell’anno in cui la mancanza di un figlio si sente di più”. Barbara, biologa di professione e filantropa per vocazione, assiste da anni i bimbi in casa famiglia con progetti di volontariato. È a lei che si sono rivolte alcune famiglie di Torino e provincia per denunciare i soprusi subiti. “Le segnalazioni principali - racconta - riguardano la sottrazione di minori con modalità poco ortodosse e senza cause gravi da giustificare l’allontanamento”. Come è stato per Lucia, nome di fantasia della giovane mamma che abbiamo incontrato nell’hinterland torinese un paio di mesi fa. Lei ci aveva raccontato di essere stata vittima di una vera e propria rappresaglia da parte dei servizi sociali, che le hanno strappato dalle braccia tre figli minori. La sua colpa? Aver denunciato sui social network i maltrattamenti subiti nella comunità mamma-bambino dove risiedeva.

Un caso, sottolinea la Scaglia, tutt’altro che isolato: “Nelle strutture di accoglienza per minori, spesso, si consumano episodi gravi, ma sono poche le mamme che hanno il coraggio di metterci la faccia e denunciare perché la maggior parte di loro teme ripercussioni”. Non solo maltrattamenti e violenze psicologiche, stando alla documentazione messa insieme dalla Scaglia, in alcuni centri di accoglienza le condizioni igienico sanitarie sarebbero da incubo: tra infestazioni di scarafaggi e ratti e cibi avariati. Indagare quello che accade all’interno di questi luoghi protetti però non è facile, come dimostra quello che è capitato lo scorso settembre all’assessore regionale al welfare Chiara Caucino. Quando si è presentata davanti ai cancelli di una comunità terapeutica per minori nell’Astigiano per un controllo ispettivo è stata lasciata alla porta. “Ci sono strutture - prosegue la Scaglia - dove vengono somministrati antidepressivi e ansiolitici ai minori all’insaputa dei genitori”. “Tutte le segnalazioni che abbiamo raccolto in questi mesi - chiarisce - verranno valutate dalla commissione di indagine regionale e siamo fiduciosi che se ne venga a capo”.

L’organo in questione, come vi abbiamo già raccontato, si è insediato a Palazzo Lascaris ad ottobre scorso su iniziativa del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone. Lui è uno dei primi a sostenere che Bibbiano sia solo la punta dell’iceberg. E che il presunto “sistema Foti” affondi le sue radici proprio qui, nella regione dove ha sede la Hansel e Gretel e dove il terapeuta è nato e cresciuto professionalmente. “Stiamo approfondendo storie da incubo - racconta il consigliere - di neonati allontanati per abusi mai provati, minori non restituiti nemmeno dopo l’archiviazione delle accuse, bambini riempiti di psicofarmaci nelle comunità terapeutiche e molto altro ancora”. “In questi mesi - prosegue Marrone - mi sono convinto sempre di più che le radici del cosiddetto 'sistema Bibbiano' si trovino in Piemonte”. “È bene ricordare - aggiunge - che questa è la regione record per allontanamenti di minori, con la percentuale al 4 per mille rispetto alla media nazionale del 2,7 per mille”. Nasce da qui l’esigenza di fare luce attraverso una commissione regionale che dia impulso alla magistratura. “La fine dei lavori è prevista a primavera, gli esiti dell’indagine - chiarisce Marrone - confluiranno in una relazione conclusiva che diventerà un atto formale della Regione Piemonte”.

“Il dossier verrà quindi inviato alle procure piemontesi interessate per territorio, nella speranza - conclude il consigliere - che partano dei procedimenti giudiziari veri e propri. Famiglie e bambini esigono giustizia”.

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