Si è fatta attestare dal medico di base di essere inabile al lavoro e poi andava a fare yoga e meditazione, riuscendo così a trovare una soluzione al suo presunto malessere. Per questo motivo un agente del carcere romano di Rebibbia rischia di andare a processo per falso e truffa aggravata, come riportato dal Messaggero.
Dopo aver compiuto le indagini, il sostituto procuratore Carlo Villani ha mosso le medesime contestazioni anche al medico che in questo caso sarebbe stato accomodante. Per la procura, infatti, il dottore avrebbe giustificato l’assenza della poliziotta durante il suo orario di lavoro. Quindi, la secondina, che ha la qualifica di assistente capo, si sarebbe potuta dedicare alla sua passione per le discipline orientali riscuotendo comunque le indennità erogate dall’Inps in caso di malattia.
Nelle contestazioni all'agente si sottolinea che abbia usato un comportamento “fraudolento nel simulare l'esistenza ovvero la gravità di uno stato di alterazione e compromissione della propria condizione di salute - è specificato -, al punto da comportare l'inabilità lo svolgimento di attività lavorativa anche dipendente da causa di servizio”.
Nell’imputazione viene precisato che quest’ultima circostanza risulta “non vera” e “basata su certificati medici non veritieri”. Infine, viene evidenziato che la documentazione ha indotto “in errore il Corpo della Penitenziaria che a ottobre la collocava in congedo per malattia”.
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