Ha un valore pari a 400 mila euro il sequestro di beni disposto dal tribunale di Agrigento nei confronti di Stefano Tarallo, 34enne, personaggio di spicco della famiglia mafiosa di Santa Elisabetta. L’uomo si trova in carcere dal 2012 ed è detenuto col regime del 41 bis perché fa parte dell’organizzazione agrigentina che cercava di riorganizzare “cosa nostra” nella provincia.
Si tratta dell’organizzazione sgominata dalla DDA di Palermo con l’operazione “Nuova Cupola”. Dalle indagini sono emersi i rapporti che il detenuto intratteneva con i personaggi di rilievo della consorteria mafiosa quali i “Ribisi” di Palma di Montechiaro e Leo Sutera, già reggente dell’organizzazione in ambito provinciale.
Dalla ricostruzione sia patrimoniale che economica eseguita nei suoi confronti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria è stato rilevato il notevole dislivello tra i redditi dichiarati, l’attività svolta e gli arricchimenti patrimoniali. Dunque il tribunale di Agrigento ha disposto il sequestro dei beni intestati a Tarallo per un importo che ammonta a 400 mila euro.
Le operazioni sono in corso di esecuzione da parte della Guardia di Finanza di Agrigento e hanno in oggetto 3 immobili, quote sociali investite in una S.r.l. e vari conti bancari.
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