Sale la tensione a bordo della Alan Kurdi, la nave della Ong tedesca Sea Eye che da dieci giorni si trova al largo delle coste italiane con 149 migranti a bordo. Ieri un 24enne ha tentato di togliersi la vita dopo aver discusso con alcune persone. Il ragazzo rappresenta "un pericolo per sé stesso e per gli altri", mette nero su bianco nella relazione fornita alla Guardia Costiera italiana Caterina Ciufegni, la dottoressa volontaria della Sea Eye, che si occupa di vigilare sulla salute dei migranti presenti sulla nave.
"Siamo certi – avverte - che la condizione peggiorerà ulteriormente". La stessa Ong su Twitter ha reso noto come la "disperazione di alcune persone a bordo" abbia "raggiunto livelli senza precedenti" nelle ultime ore. Il giovane, secondo lo stesso medico, si troverebbe in un "grave stato d'ansia" dopo aver subito violenze nelle prigioni libiche. Nelle stesse condizioni si trovano anche altre persone, che, sempre secondo la Ong, per il forte stress starebbero compiendo atti di autolesionismo.
Per questo ieri la capitana tedesca, Bärbel Beuse, ha chiesto l’evacuazione di tre persone alla Guardia Costiera. Operazione non facile, visto che all’arrivo delle motovedette i migranti hanno cercato di buttarsi in acqua per essere trasportati a riva. "Non riuscivano a calmarsi", ha detto Jan Ribbeck, il capo missione, che ha riferito come il trasferimento è stato portato a termine solo dopo due ore. "È sempre più difficile riuscire a tenere la situazione sotto controllo – ha aggiunto Ribbeck, intervistato dall’Adnkronos - rispetto a ieri e due giorni fa". "Abbiamo bisogno di un porto sicuro", rivendicano i volontari su Twitter denunciando "l’inattività dei Paesi europei che sta diventando sempre più pericolosa".
❗️BREAKING
— sea-eye (@seaeyeorg) April 16, 2020
During the night, three people were evacuated from the #ALANKURDI.
Among them one person, who attempted suicide.
We need a safe port, the inactivity of the EU countries is becoming increasingly dangerous.https://t.co/rSm4NyhwXX pic.twitter.com/fVXdqvzDqA
Attualmente la nave sta aspettando davanti alla costa di Termini Imerese, nel palermitano, l’ok del governo italiano per il trasferimento dei migranti su un’altra imbarcazione, dovedovranno trascorrere un periodo di quarantena. Martedì scorso però il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, aveva fatto sapere che l’esecutivo era ancora "in fase di valutazione" e che "l'utilizzo di una specifica nave è ancora al vaglio", del capo dipartimento per le libertà civili e immigrazione, il prefetto Michele Di Bari.
A fare pressione per uno sbarco in tempi brevi dei migranti soccorsi dalla Ong tedesca è il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che da qualche giorno è in contatto diretto con il capo missione della Alan Kurdi. A chiedere di vietare lo sbarco invece, è il deputato leghista Alessandro Pagano. "La nave dell'Ong battente bandiera tedesca ci vuole forse rifilare, magari con la complicità di qualche sindaco globalista, qualche centinaio di migranti che non scappa da nessuna guerra ma che invece ha buone probabilità di contagiarci di Coronavirus, così come è accaduto qualche giorno fa a Pozzallo?", attacca chiedendo l’intervento del governatore Musumeci per impedire il trasferimento dei migranti sulla terraferma.
"Dobbiamo impedire che la nostra regione si trasformi nel centro di accoglienza d'Europa, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria", incalza il deputato siciliano del partito di Matteo Salvini. Nel frattempo chiedono un "porto sicuro" per altri 37 migranti gli attivisti della Aita Mari, la nave della Ong spagnola Salvamento Maritimo Humanitario. Due giorni fa una famiglia era stata evacuata e trasferita a Lampedusa.
Secondo un’altra Ong, Sea Watch, invece, sarebbero morte 12 delle 55 persone che si trovavano a bordo di un gommone alla deriva segnalato sei giorni fa da
Alarm Phone. "Morti di stenti e disperazione per colpa di un'Europa che ha scelto di non salvarli", denunciano i volontari. "È la fine che fanno le vite di serie B ai tempi del Covid", accusano.
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