Tutto è iniziato circa tre anni fa quando Angelo Persico, di anni 55 originario di Novara, ha utilizzato i suoi social-network per mandare messaggi di apprezzamento ad Alessia Orro. Ignorato e ossessionato, Persico ha continuato a mandare mazzi di fiori all'indirizzo privato della ventitreenne e a fare appostamenti fino ad arrivare a seguirla durante le trasferte. Alessia Orro, infatti, ai tempi giocava nel team Yamamay di Busto Arsizio e si trovava in Turchia con la squadra quando Persico cercò di incontrarla. Era pronto a tutto pur di esaudire il suo desiderio e aveva acquistato l'abbonamento vip, prenotato gli stessi voli e hotel della squadra.
Denunciato, l'uomo era stato arrestato il 23 settembre del 2019 di ritorno da un'altra trasferta a Olbia, in Sardegna e condannato dal Tribunale di Busto Arsizio. Allora patteggiò una condanna a un anno e 8 mesi e la vittima aveva commentato così l'accaduto: "Ora mi sento libera e lui mi fa schifo".
Nonostante ciò, il cinquantacinquenne ha ripreso a perseguitare con le stesse modalità la pallavolista che ha nuovamente sporto denuncia.
La Orro commenta l'accaduto dicendo che è come se si fosse riaperta una ferita. "Vorrei dare l’esempio non solo dentro il campo, ma anche e soprattutto fuori, aiutare tutte le persone che hanno o stanno passando questo momento difficile come è successo a me in passato e in questo ultimo periodo", scrive sulla sua pagina Instagram.
Il Consorzio Vero Volley ha subito pubblicato un comunicato con il quale sostiene la ragazza: "Come Consorzio Vero Volley da sempre ci opponiamo a qualunque forma di violenza e siamo orgogliosi di aver collaborato in maniera sempre discreta con i Carabinieri e non possiamo che ringraziarli di quanto fatto per la nostra giocatrice che già in passato aveva dovuto vivere e sopportare questa incresciosa situazione".
L'uomo è stato individuato
anche grazie alle telecamere di videosorveglianza del palazzetto dello sport di Villasanta (Monza) e arrestato. Il gip di Monza Silvia Pansini ha convalidato il provvedimento, confermando la custodia cautelare in carcere.
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