Allarme sicurezza al Tiburtino, residenti in lotta per avere un commissariato

È una storia lunga e travagliata quella del commissariato Sant’Ippolito di via di Villa Ricotti che il 31 dicembre rischia di essere smantellato. E così una zona popolata da più di 100mila persone e assediata da degrado e baraccopoli rom rischia di rimanere senza un presidio di sicurezza

Allarme sicurezza al Tiburtino, residenti in lotta per avere un commissariato

È una storia lunga e travagliata quella del commissariato Sant’Ippolito di via di Villa Ricotti che il 31 dicembre rischia di essere smantellato. Si sarebbe dovuto trasferire in uno dei padiglioni della scuola di via Achille Tedeschi ma nell’immobile designato regnano solo degrado e abbandono (guarda il video).

E pensare che le risorse per cominciare i lavori sono state già stanziate ma, a causa di un’ingarbugliata vicenda burocratica, il progetto è al palo da anni. E così una zona popolata da più di 100mila persone e assediata dal degrado della stazione Tiburtina e dalla presenza di decine di baraccopoli rom rischia di rimanere senza un presidio di sicurezza.

Una prospettiva inaccettabile per residenti e comitati di quartiere che, qualche giorno fa, si sono dati appuntamento in largo Beltramelli per chiedere con urgenza l’inizio dei lavori e denunciare furti, scippi ed aggressioni. A guidare la rivolta è Cesare Ranucci, il presidente del comitato di quartiere Largo Beltramelli. Nato e cresciuto all’ombra del secondo snodo ferroviario della Capitale, da queste parti è ormai un’istituzione. Assieme a lui, decine di persone sono scese in strada per srotolare uno striscione dove, a caratteri cubitali, si legge: “Senza commissariato, nessuna sicurezza”. Il messaggio è inequivocabile.

A renderlo ancor più chiaro, poi, sono i racconti di chi vive in questo lembo di periferia dimenticata che si estende dal Tiburtino a Casal Bruciato, passando per Pietralata. La signora Donatella si tocca ancora il décolleté in cerca di rassicurazione quando ricorda con orrore il giorno in cui “due malintenzionati mi hanno strappato la catenina d’oro”. E alza il tono della voce: “Abbiamo bisogno di un commissariato qui”. Come lei, un’altra donna si dice addirittura “pronta alle barricate” e racconta che, nel giro di poche settimane, il suo condominio è stato visitato in ben tre occasioni dai ladri. Ma non solo. Le testimonianze che ha raccolto il segretario del comitato di quartiere Largo Beltramelli, Pericle Bellofatto, sono spaventose. Racconta di anziani aggrediti, malmenati e derubati all’interno dell’androne dei loro palazzi. E della paura di andare a passeggio quando cala la sera.

È cominciato tutto nel 2008, con la giunta Alemanno. L’allora assessore ai Lavori Pubblici, Fabrizio Ghera, è riuscito “in pochi mesi ad avere tutti i permessi per trasferire il commissariato in via Achille Tedeschi e a far stanziare le risorse necessarie alla ristrutturazione”. Eppure, attacca Ghera che oggi siede alla Pisana in quota Fratelli d’Italia, “da allora è tutto fermo”. E conclude: “È assurdo che in questi sei anni né la giunta Pd ne quella Cinque Stelle abbiano mosso un foglio”. Tutta colpa di una particella del fabbricato che si è messa di traverso, non è nella disponibilità del Campidoglio e finché le cose rimangono così il Viminale non può acquisire il bene.

Nel frattempo, però, l’affitto di via di Villa Ricotti è divenuto insostenibile per le forze dell’ordine che, se non si trova un rimedio, verranno distribuite altrove. “Nel commissariato di San Lorenzo e in quello di San Basilio”, spiega Ranucci. Il tempo stringe. Anche perché, stando alle voci che circolano in zona, alcuni sbandati avrebbero fatto incursione nell’edificio approfittando della recinzione divelta e di una finestra lasciata aperta. Ed è montata una preoccupazione in più. Non solo il sogno sfumato di un commissariato che, allo stato dell’arte, è poco meglio di un rudere. Ma anche il timore che, quest’ultimo, venga occupato. “Abbiamo visto delle persone all’interno, le finestre sono aperte, non ci vuole la palla di cristallo per prevedere cosa può accadere se non iniziano la ristrutturazione”, denuncia Marco, residente sulla quarantina. A lui si unisce in consigliere municipale di Fratelli d’Italia, Gianni Ottaviani. E per dimostrarci quanto il “rischio occupazione” sia “prossimo” ci porta a fare un sopralluogo nel vicino insediamento abusivo di via Casale Quintiliani, a due passi dall’omonima fermata della metro. “Questo – denuncia il consigliere – è uno dei tanti accampamenti rom che puntellano la zona, da queste parti ormai i nomadi si insediano dappertutto e non è da escludere che abbiano messo gli occhi anche sulla palazzina di via Achille Tedeschi”. Sarebbe davvero il colmo.

E allora l’appello è rivolto alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, che negli ultimi anni sembra non aver avuto particolarmente a cuore la faccenda. Ma soprattutto al neo ministro dell’Interno. Sperando che, come per la questione River Village, anche questa volta Matteo Salvini riesca a metterci una pezza.

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