Altra aggressione a CasaPound: candidato bastonato nella notte

Taranto, quattro ragazzi incappucciati pestano il candidato di CasaPound al Senato. Un collaboratore ancora all'ospedale

Altra aggressione a CasaPound: candidato bastonato nella notte

Un'altra aggressione "antifascista". Ancora i bastoni, ancora la notte, ancora le violenze. Raffaele De Cataldis, candidato di CasaPound al Senato, nella tarda serata di ieri è stato circondato, aggredito e pestato da quattro ragazzi incappucciati armati di spranghe e bastoni.

Si tratta del secondo caso in pochi giorni. Solo ieri notte un militare della Folgore e simpatizzante del movimento di destra è stato vittima di un raid punitivo. Lo hanno aspettato sotto casa e quando è sceso dall'auto lo hanno bastonato fino a fargli quasi perdere un occhio. Poi hanno minacciato la moglie incinta rimasta in macchina.

La vicenda di Taranto rivela lo stesso, violento, modus operandi. I volti travisati, l'aggressione improvvisa nascosti dal buio della notte, i bastoni utilizzati come arma "antifascista". Ancora poco noti i particolari della vicenda, su cui sta indagando la Digos locale. Di certo ci sono i referti medici: De Cataldis è stato medicato con 12 punti in testa per ferite guaribili con 6 giorni di prognosi. L'amico 70enne con cui si trovava a passeggiare per via Dante, invece, è ancora ricoverato in ospedale per le cure del caso: per le bastonate ricevute i medici hanno applicato oltre 20 punti e la prognosi al momento è di 20 giorni. Si attendono però altre verifiche: l'uomo sarà sottoposto a tac e ulteriori analisi, visto che è emersa una emorragia subaracnoidea.

Intanto, dopo la chiusura della campagna elettorale al Pantheon, Simone Di Stefano tuona contro gli "agguati vigliacchi" che "non risparmiano nemmeno 70enni e donne incinta". Una campagna d'odio iniziata più di un anno fa, come rivelato dal Giornale.it. Una "caccia al fascista" fatta di bombe, intimidazioni, raid punitivi e sedi incendiate. A Cagliari stamattina sono stati appesi manichini a testa in giù, evidente richiamo alla mattanza di Piazzale Loreto, per protestare contro la presenza dei "fasci" all'hotel che ospita il comizio del candidato premier di Cpi. "Chi non si indigna di fronte a frasi come ‘i fascisti non hanno diritto di parola’ - attacca Di Stefano - a nostro avviso deve fare ancora parecchia strada sul percorso della democrazia.

Dai vari Grasso e Boldrini, che, sia pure in campagna elettorale, dovrebbero rimanere fedeli al loro ruolo istituzionale, aspettiamo la condanna per queste ripetute violenze che, a prescindere dai singoli atti criminali, messe a sistema rappresentano il folle tentativo di mettere a tacere la libertà di espressione dalla Costituzione solennemente garantita".

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