Altro che sconti fiscali. La sinistra tassa pure il sangue e i cimiteri

L'ultimo salasso del governo colpisce trasfusioni e donazioni. Gori a Bergamo stanga la «luce perpetua». E un sindaco fa pagare persino le frane

Altro che sconti fiscali. La sinistra tassa pure il sangue e i cimiteri

Questa volta il salasso del governo non è in senso figurato visto che colpisce le trasfusioni. La scure dei tagli implacabile si sta per abbattere anche sulle donazioni di sangue. L'allarme per il Sistema trasfusionale nazionale arriva dalle associazioni di volontariato. Nel prossimo Patto per la Salute che deve essere siglato nella Conferenza Stato-Regioni è prevista una drastica dieta per il fondo nazionale attraverso una serie di tagli lineari che finiscono per colpire tutti i servizi indiscriminatamente. Nel mirino del governo sono finiti quindi anche i donatori di sangue. Il Civis (Coordinamento dei volontari che raccoglie Avis, Fidas, Fratres e Cri) ha scritto una lettera aperta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sollecitando un incontro. I volontari chiedono di non ridurre i rimborsi e di non equiparare le loro associazioni a semplici «fornitori di beni e servizi».

Avis rappresenta 1.200.000 donatori che ogni anno forniscono circa 2 milioni e 100.000 sacche di sangue. Nel complesso tutte le associazioni accolgono 1.740.000 donatori e raccolgono 2.700.000 donazioni annue. Il presidente di Avis, Vincenzo Saturni, spiega che oggi il rimborso minimo previsto è di 15 euro a donazione. Le Regioni però possono decidere di aumentarlo purché abbiano fondi a disposizione. Il taglio sul rimborso potrebbe oscillare dal 4 al 10 per cento.

«Le questioni sul tavolo sono due: il taglio sul rimborso che inevitabilmente ricadrebbe sulla qualità del servizio offerto e l'inaccettabile equiparazione delle associazioni di volontariato e quindi della donazione di sangue a semplici fornitori di beni e servizi - spiega Saturni -. Non si può paragonare una donazione di sangue a una fornitura di cerotti o siringhe». Uno studio condotto proprio sul Policlinico Mangiagalli di Milano dalla Bocconi aveva quantificato il risparmio per l'ospedale conseguente all'attività di volontariato in circa 100.000 euro annui. Con i tagli oltre a mettere rischio l'intera attività di promozione, raccolta e donazione si vanificherebbe un sostanzioso risparmio per il servizio sanitario nazionale. Saturni quindi confida che il governo faccia marcia indietro.

Ma il salasso sul sangue non è il primo e non sarà neppure l'ultimo dei tagli e dei balzelli che colpiscono il cittadino italiano tartassato su tutti i fronti. Anche per l'ombra proiettata dalla sua tenda e pure da morto per i lumini del cimitero. Il pagamento di un'imposta sulla zona coperta da una tenda è stata imposto ai commercianti grazie ad un'interpretazione «allargata» del concetto di occupazione di suolo pubblico. Anche se l'occupazione del suolo da parte di un'ombra è soltanto virtuale il pagamento della tassa è assolutamente reale. Grande rammarico a Bergamo dove nel 2009 era stata abolita la tassa sui lumini posizionati sulle tombe. La giunta comunale ora ha deciso che invece è bene tornare a tassare la luce perpetua per una somma che dovrebbe aggirarsi intorno ai 25 euro all'anno. La tassa più assurda però è quella imposta all'Ente del Parco Naturale di Farfa dal Comune di Nazzano. Un strada comunale mesi fa è stata resa inagibile da una frana. Una montagna di detriti e sassi ha invaso le carreggiata bloccando il traffico.

Gli uffici tecnici del comune di fronte all'impedimento hanno partorito la geniale idea di tassare i detriti con la solita interpretazione allargata dell'imposta che colpisce l'occupazione del suolo pubblico.

E il comune ha chiesto al Parco di tirare fuori 160.000 euro. Insomma se passa il principio che le frane possono essere tassate ogni anno sarà possibile elevare migliaia di nuove tasse visto lo stato del nostro territorio.

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