"Chiedo scusa alla famiglia". Parla l'assassino del nigeriano ucciso

Ferlazzo, l’uomo fermato dalle forze dell’ordine per l’omicidio di Alika Ogorchukwu, il 39enne ambulante nigeriano ucciso in centro a Civitanova, ha chiesto scusa alla famiglia della vittima

"Chiedo scusa alla famiglia". Parla l'assassino del nigeriano ucciso

Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, l’uomo fermato dalle forze dell’ordine per l’omicidio di Alika Ogorchukwu, il 39enne ambulante nigeriano ucciso in centro a Civitanova, ha chiesto perdono alla famiglia della vittima. "Chiedo scusa alla famiglia della vittima”, queste le parole che Ferlazzo ha affidato ai suoi legali nel corso di un colloquio. Secondo la ricostruzione fornita dall'uomo, tra lui e il cittadino nigeriano sarebbe nata una lite in quanto "l'ambulante chiedeva insistentemente l'elemosina e ha anche tenuto per un braccio la mia fidanzata". Ferlazzo lavorava da poche settimane in una fonderia di Civitanova Alta.

La violenta aggressione

Fin dall’inizio l’uomo non aveva negato nulla, e ha sempre ammesso di aver aggredito Alika. Durante l’interrogatorio aveva però affermato di aver reagito agli apprezzamenti che l'ambulante nigeriano aveva fatto alla sua donna e di averlo preso a bastonate, senza però pensare di ucciderlo. Nei vari filmati in mano agli investigatori si vede chiaramente il presunto omicida cavalcare l’ambulante già a terra e spingere violentemente la sua testa contro l’asfalto. Ferlazzo, che si trova in stato di fermo, è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

Intanto non si dà pace la vedova 35enne, Charity Oriakhy, che ancora non capisce perché suo marito sia stato ucciso, dopo che lo aveva visto uscire di casa per prendere il treno e andare a lavorare nella cittadina che dista circa una cinquantina di chilometri dalla loro abitazione. La donna deve adesso spiegare al loro bambino che il padre è morto e dovrà poi crescerlo da sola, senza il marito.

I testimoni chiave

Sono due turiste in vacanza a Civitanova Marche le testimoni determinanti nella ricostruzione della dinamica dell'omicidio dell'ambulante nigeriano. Le due donne avrebbero assistito al primo incontro tra Alika e Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, avvenuto nei pressi della stazione, in un punto non coperto dai sistemi di videosorveglianza. Alika avrebbe chiesto all'uomo, che si trovava in compagnia della fidanzata, alcuni soldi. In quel momento non ci sarebbero stati né contatti fisici né apprezzamenti nei confronti della donna. Alika si è quindi allontanato, ma a quel punto Ferlazzo lo avrebbe inseguito e aggredito, colpendolo prima con la stampella dell’ambulante, che è caduto a terra, e poi colpendolo ancora a mani nude per almeno 3-4 minuti fino a ucciderlo.

La polizia è arrivata subito dopo e una delle due turiste ha indicato agli agenti la direzione in cui era andato l’aggressore.

Anche la fidanzata del 32enne è stata sentita come testimone di quanto avvenuto, ma solo per quanto riguarda la parte relativa all'incontro con l'ambulante. Non avrebbe invece assistito all'aggressione. Adesso Ferlazzo chiede perdono ai familiari dell’uomo che ha aggredito in modo letale.

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