"Ammazzateli tutti". La faida tra indiani finisce a sprangate alla festa

Ieri la procura di Latina ha arrestato 8 indiani

"Ammazzateli tutti". La faida tra indiani finisce a sprangate alla festa

"Ammazzateli tutti". E la festa mutò in tragedia. Un indiano di 29 anni, Sumal Jagsheer, fu ucciso a sprangate sulla testa, nella sua casa di Borgo Montello dove si stavano svolgendo i festeggiamenti per il battesimo del figlioletto. "Era una spedizione punitiva, pianificata e organizzata nel dettaglio" chiariscono oggi gli investigatori della Squadra Mobile di Latina, guidata da Giuseppe Pontecorvo, a le pagine de Il Messaggero. L'uomo che ordinò la mattanza è Jiwan Singh, conosciuto e temuto dalla comunità indiana dell' Agro Pontino. Ieri, la Procura di Latina lo ha tratto in arresto per l'omicidio e per una rapina violenta in un supermercato gestito da connazionali. Con lui sono finite in manette altre 8 persone.

La tragedia alla festa

I fatti risalgono a una sera dello scorso ottobre. Nel cortile di una casa di Borgo Montello, in provincia di Latina, si sta svolgendo un ricevimento. Ad un certo punto, i festeggiamenti vengono interrotti da un commando armato che fa irruzione nell'appartamento. "Ammazzateli tutti", ordina ai complici il capo della gang. Sono tutti armati di mazze, spranghe e pistole. A farne le spese è Sumal, lasciato a terra col corpo crivellato di colpi d'arma da fuoco.: Morirà in ospedale dopo molte ore di agonia. Il motivo di cotanta ferocia? La vittima si era da poco allontanata dalla banda capeggiata da Jiwan, l'esecutore materiale del delitto, e l'azione pianificata nei suoi confronti era una ritorsione.

I precedenti

La banda, capeggiata "in modo occasionale" da Jiwan, aveva già messo a segno una lunga serie di colpi seminando il panico tra i membri della comunità indiana del Pontino. Oltre ad aver rapinato poche settimane prima un altro connazionale con l'ennesimo assalto violento, il gruppo di indiani aveva aggredito anche il gestore di un negozio di generi alimentari, anche lui indiano, al quale avevano "spezzato le gambe" constringendolo a cedere la sua attività.

La faida degli indiani

Da anni, nei territori dell'Agro Pontino si consuma una faida sanguinaria tra gruppi di indiani che si contendono la supremazia del territorio. "Quello che è accaduto a Borgo Montello dimostra come sia in atto una vera e propria spartizione del territorio tra gruppi contrapposti di indiani che in questo caso è sfociata nell'omicidio", spiega Marco Mizzolo, ricercatore Eurispes che da anni si occupa delle condizioni dei lavoratori indiani sul territorio pontino, allepagine de Il Messaggero. "È una guerra per ottenere la supremazia ed il controllo di parti del territorio - continua - il governo di attività commerciali.

Parliamo della gestione di negozi che vendono prodotti destinati quasi esclusivamente alla comunità indiana, di attività che si occupano della gestione delle necessità e dei bisogni di questo gruppo di stranieri".

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