Anche Rachele Mussolini condanna la "vergogna" di Macerata

Rachele Mussolini condanna la "pignatta anti-fascista" di Macerata e soprattutto la scelta di coinvolgere i minori: "Incoraggiare dei bimbi a spaccare la testa del fantoccio di mio nonno è un’azione scorretta prima di tutto nei confronti del minore"

Anche Rachele Mussolini condanna la "vergogna" di Macerata

“Dopo 70 anni questa è la pacificazione?”. Dopo il blitz di Alessandra Mussolini, che è andata a reclamare le scuse del sindaco di Macerata, un’altra parente del Duce prende la parola. E condanna l’orrendo teatrino allestito in piazza Cesare Battisti lo scorso 25 aprile.

È Rachele Mussolini, consigliera comunale capitolina in quota Fratelli d’Italia, nipote di Benito Mussolini e “sorellastra” della più famosa Alessandra. La consigliera decide di sbottonarsi dopo aver raffreddato i pensieri e, dal suo profilo Facebook, scrive: “Mi è stato chiesto da molti perché io non abbia commentato quanto andato in scena ieri a Macerata. Non l’ho fatto sino ad ora semplicemente perché trovo il fatto estremamente becero e squallido”.

Il dito dell’altra Mussolini non è puntato solo sull’iniziativa in sé e sull’ennesima mancanza di rispetto nei confronti della famiglia Mussolini che, ogni 25 aprile è costretta a fare i conti con episodi del genere, ma anche sulla scelta di coinvolgere nella macabra rievocazione alcuni minori. La “pignatta anti-fascista”, organizzata dalla “Palestra popolare Macerata” e dal “Collettivo Antifà”, ha visto infatti la partecipazione attiva dei più piccoli, spinti dagli adulti a percuotere il manichino del Duce per ottenere i dolciumi.

“Incoraggiare dei bimbi a spaccare la testa del fantoccio di mio nonno – prosegue la consigliera – appeso al contrario (ricordando i fatti di Piazzale Loreto) è un’azione scorretta prima di tutto nei confronti del minore”.

L’idea che i bambini associno la gioia di ricevere le caramelle ad un episodio così efferato e al vilipendio di un corpo inerme, per la Mussolini, è un fatto altamente diseducativo. E allora si domanda: “Dopo 70 anni questa è la pacificazione?”. E conclude: “Vergognatevi”.

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