Ancora schiaffi dal Tar, Marino fa i conti con la terza bocciatura

La gestione del sindaco di Roma è un continuo fare e disfare: ora bisognerà rimodificare (ancora) tutta la cartellonistica delle tariffe per le strisce blu. Chi paga?

Ancora schiaffi dal Tar, Marino fa i conti con la terza bocciatura

L'aumento delle tariffe per le strisce blu di Roma, non s'ha da fare. Il Tar, infatti, accogliendo un ricorso presentato dal Codacons, ha annullato la delibera del 29 luglio con cui il Comune aveva decretato i rincari (1,50 euro l'ora) e, insieme, la cancellazione della tariffa agevolata giornaliera e dell’abbonamento mensile. Eppure, su tutta la cartellonistica della Capitale, le tariffe erano gia state modificate. Ed ora, bisognerà farlo di nuovo (e chi paga?). Insomma, la gestione del sindaco di Roma, Ignazio Marino, è un continuo fare e disfare.

Ed ormai senbra che a Roma decida tutto il Tar. Anzi, senza il sembra. Con quella di ieri, infatti, la giunta Marino colleziona la terza bocciatura, di fila, del tribunale amministrativo del Lazio. Tutto iniziò con la delibera sugli aumenti dei pass per la zona Ztl e quella che disponeva, ad anno scolastico iniziato, gli aumenti delle tariffe per gli asili nido.

Il Campidoglio, attraverso l’assessore alla Mobilità Guido Improta, ha fatto sapere che ricorrerà al Consiglio di Stato contro "una sentenza che è culturalmente sbagliata" e nella quale il Tar si sarebbe spinto "a compiere delle valutazioni politiche che non ci convincono proprio". Certo, la poltrona di Improta sembra sempre più instabile.

Ma il Tar ha giustificato la decisione mettendo in luce le carenze tecniche della delibera, a loro avviso "caratterizzata da una istruttoria incompleta e inadeguata", per di più basata su uno studio sull’adeguatezza del trasporto pubblico fermo al 2008.

Per il Tar, inoltre, "non vi è stata alcuna verifica circa la specifica domanda di sosta nelle diverse zone tariffate, né alcuna differenziazione è stata operata, ad esempio, tra soggetti che provengono da zone già coperte da servizi “forti” di trasporto pubblico, ed utenti che, invece, si spostano da zone periferiche o, comunque, non adeguatamente servite".

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