"Pagano le multe con il Qr Code ma chiamano me". La denuncia dell'anziana

A Bologna il nuovo metodo per pagare le multe sta creando diversi problemi, soprattutto a una cittadina torinese. Inquadrando il codice riportato sulla contravvenzione si dovrebbe arrivare al numero comunale, ma non è così

"Pagano le multe con il Qr Code ma chiamano me". La denuncia dell'anziana

Inizialmente, quando le chiamate erano poche, ci si rideva su. Lo scherzo però è durato poco, perché ad oggi Caterina, un'anziana di 97, anni è costretta a sentire il suo telefono suonare in continuazione. Dall'altro capo del filo non c'è un amico o un parente eccessivamente apprensivo, ma uno sconosciuto, anzi degli sconosciuti che vogliono sapere come pagare le loro multe prese a Bologna. Sembra una storia divertente, ma la signora, racconta a Il Resto del Carlino, dice di essere disperata:"Non so più come fare".

L'equivoco

Il comune di Bologna ha deciso di cedere il passo all'innovazione e così ha promosso l'idea della società BomoB, che gestisce il piano di sosta, di inserire all'interno della contravvenzione un Qr Code per pagare la multa, cioè un codice leggibile solo con un apposito lettore ottico.

Fin qui tutto bene, se non fosse che all'interno di questo quadrato si nasconde un numero di dieci cifre che dovrebbe rimandare al codice fiscale dell’ente creditore, cioè il Comune. Ma il destino ha voluto che una parte della stringa corrispondesse al numero di telefono fisso della signora Caterina, cittadina di Lanzo Torinese, in provincia di Torino. Il sistema il più delle volte non riesce a distinguere l'indirizzo del comune da quello dell'anziana. In questo modo, inquadrando con il proprio telefono l'innovativo codice, questo rimanda immediatamente al numero privato creando non pochi fastidi.

Da una parte c'è una signora di 97 anni che da mesi è costretta a fare la centralinista perché invasa di chiamate, dall'altro i cittadini che fanno sempre la stessa domanda per capire come pagare la loro multa.

Il risultato? Tanto caos e perdita di tempo. Per fortuna però Caterina ha tanta pazienza e con dolcezza spiega almeno venti volte al giorno l'errore, nella speranza che si faccia qualcosa per rimediare al bizzarro equivoco.

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