Il commissario straordinario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, con il nuovo governo, è stato pesantemente depotenziato.
Come mostra anche il Corriere della Sera, sono un paio gli avvenimenti che lo testimoniano: due giorni fa, per le ore 19, è stata convocata dal presidente del Consiglio Mario Draghi una riunione su come poter accelerare le vaccinazioni, contrastare in maniera più efficiente la pandemia e su quali nuove misure restrittive si dovranno prendere in esame nel prossimo futuro. Erano presenti tutti i ministri rappresentanti dei partiti della maggioranza: Speranza, Giorgetti e Franceschini, senza dimenticare il sottosegretario Roberto Garofoli e anche il segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri Roberto Chieppa. L'unico assente è stato Arcuri. Al suo posto nella cabina di regia, a parlare di vaccini e spiegare come realmente stanno andando le cose ai partecipanti era presente Franco Locatelli, il presidente del Consiglio superiore di Sanità. A sorprendere, però, non è solamente la sua assenza ma il fatto che non sia stato neanche invitato.
Oggi, invece, avverrà un importante incontro tra Farmindustria e Giancarlo Giorgetti, il nuovo ministro dello Sviluppo economico, per capire se ci sono le condizioni per poter dar vita a una produzione nostrana dei vaccini. Quindi, chi farà gli onori di casa e prenderà in mano le trattative sarà il ministro della Lega nonostante sia stato il commissario Arcuri ad avviare i primi contatti con le aziende italiane. Il segnale è chiaro: nonostante il ruolo che ricopre abbia una data di scadenza ben precisa, ovvero il 30 aprile, la fine dello stato di emergenza, e fino a quel giorno non è possibile anticipare la fine del mandato, neanche con una larga interpretazione del decreto Milleproroghe, sta prendendo forma la tanto richiesta, dalla Lega, discontinuità dal governo precedente. Infatti, non è passato giorno senza che il leader del Carroccio, Matteo Salvini, non abbia chiesto le sue dimissioni, tranne quando sembrava che Luca Zaia, Presidente della regione del Veneto, avesse raggiunto un accordo con Arcuri per poter acquistare in proprio i vaccini necessari.
Nello scorso governo, il Conte II, Arcuri si sarebbe seduto senza alcun dubbio su entrambi i tavoli ma qualcosa è cambiato nonostante il suo ruolo, nella forma, resti sempre lo stesso.
Nella pratica però è stato nettamente depotenziato nonostante restino nelle mani del Commissario importanti competenze come: la distribuzione degli anticorpi monoclonali, autorizzati da solo poco tempo e la dislocazione nelle regioni dei vaccini, competenza però di cui è stata più volte criticata la messa in pratica.
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