La guardia di finanza di Arezzo è riuscita a porre fine ad un losco giro d’affari finalizzato all’ottenimento di regolari permessi di soggiorno e portato avanti da immigrati stranieri.
Questi ultimi, infatti, dietro il pagamento di un compenso in denaro, si occupavano di fornire ai nuovi arrivati dei falsi contratti di lavoro, ad esempio da badanti o da colf. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti delle fiamme gialle, lo scopo era quello di far ottenere ai destinatari dei contratti “farlocchi” un regolare permesso di soggiorno, motivato, per l’appunto, dall’assunzione. Il passo successivo era quello di puntare all’ottenimento dell’indennità di disoccupazione, una volta conclusa la fittizia esperienza lavorativa.
Sono dunque due i reati che violano il codice penale commessi dagli artefici dell’inganno, ovvero il falso e la truffa. A finire iscritti nel registro degli indagati dalla procura della repubblica circa una sessantina di cittadini stranieri.
Le indagini della guardia di finanza sono partite nel 2015 ed hanno condotto gli inquirenti ad esaminare un ingente numero di contratti d’assunzione di dubbia veridicità, riguardanti in particolar modo badanti e colf arrivati dall’estero. Oltre 60 sono quelli risultati completamente fasulli, mentre un’altra decina si sono rivelati irregolari.
In questi ultimi, infatti, gli immigrati erano assunti come colf o badanti, pur svolgendo in realtà un lavoro da operai, cosa che permetteva loro di versare dei contributi meno onerosi.La procura della repubblica di Arezzo, che ha da poco concluso l’investigazione, deciderà nei prossimi giorni come procedere contro gli indagati coinvolti nella vicenda.
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